Cavalieri dei Sette Regni.

Da Le Cronache del Drago Nero.

Ideali e voti.

I cavalieri sono uomini con una buona, se non ottima, abilità con le armi. In guerra, armati di spada (o lancia) e scudo, combattono in sella ai loro destrieri protetti dalle loro armature. Ma questa è solo la forma di un cavaliere, egli infatti si contraddistingue da un maestro d’arme per un insieme di ideali e virtù.
Gli ideali cavallereschi sono: la prodezza, l‘onore, la fedeltà, la lealtà ed il principio che la vera nobiltà trascende dal ceto sociale, ma sia insita nell’animo.

I voti che ogni cavaliere fa ai sette nel suo giuramento sono:
‘In nome del Guerriero giuro di essere coraggioso.’
‘In nome del Padre giuro di essere giusto.’
‘In nome della Madre giuro di difendere il giovane e l’innocente.’
‘In nome della Fanciulla giuro di proteggere tutte le donne.’
'In nome del Fabbro giuro di perseverare sempre nel mio compito.'
'In nome della Vecchia giuro di esercitare la saggezza nelle mie azioni.'
'In nome dei Sette giuro di non infrangere questi voti fino alla mia morte.'

Come si viene investito del titolo di cavaliere.

Il potere di investitura a cavaliere risiede nel Re, ma per editto di interposta persona, ogni cavaliere o Lord che sia stato in precedenza cavaliere, può conferire ad altri tale titolo. Per questa ragione, colui che nomina un nuovo cavaliere è responsabile nei confronti del Re della sua decisione.
Per tradizione un ragazzo che ha la fortuna di essere scelto da un cavaliere per intraprendere la medesima strada segue un apprendistato (non obbligatori) composto da tre stadi:

  • Paggio

Sebbene non sia un passaggio obbligatorio, i ragazzi, spesso di nobili natali, vengono messi al servizio presso un cavaliere che gli fa da maestro e da mentore. I paggi eseguono compiti semplici per conto dei loro cavalieri al meglio delle loro possibilità, in cambio vengono istruiti da questi all’uso basilare delle armi e di come prendersi cura di queste. Un paggio quando è abbastanza grande ed addestrato viene nominato scudiero.

  • Scudiero

Anche questo passaggio non è un indispensabile: i ragazzi nominati scudiero continuano ad essere al servizio del proprio cavaliere. Hanno compiti più importanti, si occupano, infatti, dell’armatura e seguono il proprio mentore in battaglia cavalcando e combattendo al suo fianco. Durante i tornei, gli scudieri forniscono, al bisogno, ai loro padroni nuove lance o la spada. In cambio dei loro servigi imparano a brandire correttamente le armi, ad indossare un’armatura, a combattere in sella ad un cavallo e a far propri e concretizzare gli ideali cavallereschi.

  • Cavaliere

Uno scudiero quando raggiunge l’età adulta e se il suo mentore lo ritiene degno e pronto ad intraprendere la strada del cavalierato, con tutte le responsabilità che essa comporta, viene nominato cavaliere dallo stesso.

Un uomo privo di cultura cavalleresca, un soldato o un individuo del volgo, possono comunque essere investiti del titolo in ricompensa di un particolare servizio o di una condotta esemplare in combattimento, ma in questo caso sarà cura del Cavaliere che li ha insigniti di istruirli nella forma e negli ideali cavallereschi.

Cerimonia di Investitura.

Il cavalierato è fortemente devoto al Culto dei Sette, per questo di solito è riservato ai seguaci di questa fede e l'investitura viene prevalentemente effettuata in un luogo di culto.
La cerimonia durante la quale un uomo viene investito può essere semplice o complessa ma, in ogni caso, si osserva un rituale fondamentale: l’uomo s’inchina dinnanzi al cavaliere e questo, toccandogli entrambe le spalle con la punta della spada, lo insigne del rango di cavaliere. La solenne cerimonia presenta spesso un giuramento al cospetto dei Sette Dei nel quale i cavalieri appena investiti promettono d’impersonare giustizia e onore. In ogni caso i cavalieri sono tenuti ad osservare i voti e gli ideali cavallereschi.
Cerimonie più lunghe e complesse prevedono che lo scudiero vegli un’intera notte nel tempio di fronte alla statua del Guerriero, alla base della quale è posta la sua armatura e la sua spada può giacere lì accanto o essere poggiata alla scultura. Al termine della notte di preghiera, l’uomo cammina scalzo dal tempio sino al luogo in cui avverrà l’investitura, per dar prova di possedere un cuore umile. Durante la cerimonia vera e propria, egli indossa una tunica di lana grezza alla quale viene poi affibbiato il cinturone con la spada. Qualche volta, durante la cerimonia il cavaliere appena insignito viene unto con i sette oli da un Septon. Essere nominati cavalieri da individui in auge o d’alto rango è considerato un grande onore.

La caduta di un cavaliere.

Se un cavaliere viola le leggi della cavalleria, manca al suo onore o tradisce il suo giuramento, viene degradato.
La cerimonia della degradazione è terribile. Il cavaliere indegno viene condotto sulla piazza principale della città da un corteo di cavalieri vestiti a lutto. Ogni tanto il corteo si ferma e un araldo proclama ad alta voce il crimine commesso. Giunto sul luogo della cerimonia, il reo viene posto su un cavallo di legno o su un masso rialzato, dove gli si tolgono, uno ad uno, tutti i pezzi dell'armatura dinanzi al popolo riunito, che lo copre di scherno. Un cavaliere degradato si riduce in uno stato di disonore tale che finisce col cambiare città, non trovando più in alcun ambiente degli aiuti per vivere.

Tipi di cavalieri.

Esistono diversi tipi di cavaliere:

  • I Cavalieri erranti: non posseggono fissa dimora e viaggiano in cerca di ingaggi. Le loro ricchezze sono nei cavalli e nelle armi e armature che indossano.
  • Le Spade Giurate: sono cavalieri erranti che si mettono a servizio di altri uomini come guardie del corpo e per battersi accanto a loro in battaglia per un determinato tempo. Questi possono decidere di legarsi ad una casata e rimanere a loro servizio a vita. In questi casi possono ascendere di rango all’interno delle fila dei loro signori.
  • Cavaliere con terre: sono coloro che hanno ricevuto un terra da custodire e proteggere; sono considerati poco al di sotto dei Lord e possono disporre di servitori, maestri d’arme e anche spade giurate.
  • Vero Cavaliere: è l’ideale del cavaliere che segue con una solenne osservanza dei voti prestati, il valore sul campo di battaglia, l’onore, la nobiltà d’animo e tutti gli altri ideali cavallereschi. Ogni cavaliere, indipendentemente dal tipo, dovrebbe idealmente aspirare a vivere secondo questi standard.

Cavalieri del Nord.

Poiché il cavalierato è associato alla Fede dei Sette, c’erano meno cavalieri nel nord di Westeros, poiché solo poche case del nord adorano i Sette. La cavalleria del Nord era d’altronde altrettanto feroce, leale e onorevole come lo erano i cavalieri. La cavalleria pesante di queste terre era il corrispettivo nordico dei cavalieri del Sud ed i suoi rappresentanti erano pertanto ritenuti cavalieri in tutto fuorché nel titolo.
Re Jaehaerys I il Conciliatore, per uniformare i regni ordinò agli Stark di formare un nuovo ordine cavalleresco simile a quello del sud. Così nacquero i cavalieri del Nord, un ordine che si basa sugli stessi principi dei cavalieri del Sud ma che giurano agli antichi Dei davanti ad alberi diga secondo le antiche tradizioni.
I cavalieri del Nord sono la colonna portante del militarismo del Nord, su di essi si basa la struttura di comando delle forze militari al pari dei cavalieri del Sud per gli eserciti dei sette regni, e nello stesso modo vengono guidati dai Lord a cui giurano fedeltà.

Leggenda di Ser Martin il Compassionevole e la nascita dell’ordine dei cavalieri.

Era un giorno molto freddo di un lungo inverno che non accennava a finire, il cielo era coperto, piovigginava e tirava un forte vento che penetrava nelle ossa e pareva stappare la pelle. Martin, un giovane soldato dell’esercito Andalo, in una terra non sua, stava tornando all’accampamento dopo un combattimento in cui perse tutti i suoi compagni, un’amara vittoria. Viaggiava sul suo cavallo indossando l’armatura, lo scudo, la spada e un mantello caldo foderato di lana di pecora. Quando all’improvviso lungo la strada, incontrò un povero anziano coperto soltanto di pochi stracci che elemosinava seduto per terra, tremante per il freddo. Un anziano, non un guerriero o un pericolo per il suo popolo, probabilmente un poveraccio dei villaggi dei loro nemici. Il soldato lo guardò e sentì una stretta al cuore: “Poveretto, morirà per il gelo!”
Impietosito, Martin scese dal cavallo e con un colpo secco di spada tagliò in due il suo mantello e ne regalò una parte al povero. Martin, contento di avere fatto la carità, spronò il cavallo e se ne andò sotto la pioggia, che cominciò a cadere più forte che mai, mentre un vento rabbioso sembrava volergli portar via anche la parte di mantello che lo ricopriva a malapena. Ma, fatte poche miglia, smise di piovere, il vento si calmò. Di lì a poco le nubi si diradarono per poi sparire. Il cielo si rasserenò, l’aria si fece mite. Il sole cominciò a riscaldare la terra obbligando il soldato a levarsi anche quello che ora era un mezzo mantello. L’estate tutta ad un tratto e senza avvisaglie, era arrivata e splendeva su Westeros. Martin meravigliato continuò il proprio cammino per far ritorno all’accampamento.
Durante quella stessa notte, Martin ebbe in visione i Sette. Appena preso sonno Martin si vide in centro ad un grande tempio dei Sette Dei, d'istinto si inginocchiò. Davanti a lui apparve una meravigliosa spada che come retta da mani invisibili gli si posò sulla spalla sinistra una voce possente e decisa disse “Sii coraggioso”, una voce calda e autorevole “Sii giusto”, una voce accogliente e gentile “Proteggi l’innocente”, una voce soave e fresca “Proteggi le donne”, una voce greve e diretta “persevera nei tuoi ideali” ed infine una voce tremula e austera “ed usa saggezza”, infine nel silenzio la spada si mosse da una spalla all'altra per poi tornare sulla sinistra.
A quel punto una luce abbagliante comparve mentre la spada si dissolveva, al centro della luce una donna bellissima e dall’aspetto materno si ergeva in piedi con indosso la parte donata della cappa di Martin. Dopo qualche attimo di silenzio sentì un coro di voci “Ed ora alzati Ser Martin il Compassionevole”. Mentre si alzava in piedi si svegliò consapevole della propria chiamata.
Negli anni successivi fondò il primo ordine di Cavalieri a servizio del Re e del popolo sotto la guida dei Sette.
La sua cappa divenne una reliquia molto importante e venne messa in un piccolo tempio che proprio per l’importanza della reliquia prese il nome di cappella. Negli anni vennero eretti molti templi ad immagine di quel piccolo tempio, tanto che nell’immaginario comune presero anch'essi il nome di cappella, ed ora questa è la parola usata per descrivere tutti i templi di misura contenuta con pianta ettagonale.

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