Voci del passato

Da Le Cronache del Drago Nero.

Di seguito verranno riportate le cosiddette "Voci di taverna", tutte quelle informazioni di dominio pubblico che hanno percorso le strade di Westeros e che i personaggi potrebbero aver sentito, precedenti al maggio 2019, il quinto mese dell'anno 204AL.

Indice

Anno 204AL

Ad Sala delle Ghiande, Harrenhall,Rocca Spezzata e Yellow Leaf vengono ritrovati manifesti con tale testo.

Quando la mano avrete sporcata
e di sangue e inchiostro la preda marchiata,
se sicuri siete di volermi incontrare
solo tra questi versi dovete cercare.
Svelti i miei passi la strada hanno solcato,
ma non troppe orme hanno lasciato.
Un popolo coraggioso sono andato a trovare
che molte sventure ha dovuto affrontare.
La casa continuano a ricostruire
con finalmente signori non lenti ad agire.
Nobili, fiamme, e pestilenza
e dopo tutto non han persa la decenza,
tante volte han visto tutto distrutto
una volta per ogni flutto.
Con loro mi troverete a lavorare
anche se più spesso dovrebbero giocare.

Veloce dovrete riferire,
poichè il mio tempo in questo posto sta per finire,
soltanto nel settimo mese saprai dove sarò nuovo ad alloggiare,
se mi perdi adesso sino ad allora dovrai aspettare.

Per le Dame in cerca di parole aggiungo un appunto:
sarò lieto quando mi avrete raggiunto,
il sol levante sarà solo per noi dipinto
poichè le vostre rime il mio cuore hanno convinto.
Non mostratemi intento di tradire
perchè saprò e non vorrei dover agire.

Fumo.

Una piccola voce di speranza si innalza dal Tempio di Baelor quando l’Alto septon Liram, dopo mesi di silenzio e preghiere si presenta al popolo.

Dall’alto della scalinata del Tempio, tre i fumi, le ceneri, l’odore di carne bruciata e pestilenza, l’uomo tiene un’accorata preghiera. Parla a lungo ed implora gli Dei. Sono centinaia le persone che, pur con il volto o la bocca coperta, si sono recate nella piazza del tempio.
Solo al termine della preghiera il suo tono cambia.

Nel settimo giorno del sesto mese avrà inizio un cammino di penitenza al quale lui stesso prenderà parte, Cammino che porterà tutti i fedeli dal Tempio di Baelor al Tempio Stellato a Vecchia Città, storica sede del Credo. Seguirà la Strada delle Rose per 40 giorni se gli Dei lo vorranno e una volta a destinazione la penitenza avrà termine con sette giorni di preghiera e digiuno.
“Chiunque vorrà potrà prender parte, anche per una settimana o un giorno, al cammino, potrà prender parte al digiuno o alle preghiere. Gli Dei possono leggere nelle nostre anime, sapere se agiamo con cuore sincero e concederci il perdono e la grazia. Ci hanno punito per i nostri peccati e da noi si aspettano un grande sacrificio.”
La folla acclama con entusiasmo le sue parole. Le grida percorrono ogni giorno le strade della Capitale, pianti, disperazione, chi chiama un figlio, una sorella, un genitore; da lungo tempo non si sentivano voci esultanti, una goccia di coraggio, la sensazione di poter fare qualcosa.

Le ruote di un carro cigolano sulle pietre della Capitale dei 7 Regni, veloci attraversando i quartieri e le strade in silenzio.

Dieci uomini armati mostrano impettiti lo stemma del drago rosso a tre teste mentre scortano guardinghe il misterioso carico.
Dal puzzo dei quartieri poveri, un piccolo gruppo di uomini e donne dagli abiti logori e la pelle sporca emerge come i topi escono dalle fogne vedono il carro e con incedere veloce seppur mozzato dai piedi scalzi e feriti, si dirigono dritti e sicuri verso il loro obiettivo. Le guardie imperano al cocchiere di accelerare il passo, ma in pochi istanti quella strada che prima era vuota brulica di donne e uomini che con occhi famelici divorano quella carrozza. Un istante... delle grida e il fragore di una spada sguainata. Una guardia troppo giocava e spaventata ha fatto il fatidico primo passo ferendo a morte un uomo che forse neanche lo avrebbe attaccato, ma la vicinanza e il sovrannumero dei popolani ha giocato con il fato mortale di quell’uomo e di quelle guardie. Come un’onda le genti di Approdo si scagliano sulle guardie nel quartiere delle Calendule, un’onda devastante e letale, le guardie cercano di difendersi, uomini armati contro centinaia di uomini indifesi, ma con la voglia di vivere, cadaveri viventi che calpestano corpi maciullati nel fango, la carrozza rovesciata e il suo interno per le strada, unguenti e pozioni... ma non la cura.
Un boato fa tremare la terra, una fiamma verde lambisce il cielo, corpi scaraventati come insetti in una tormenta, il dolore le grida poi il silenzio. Il fine giustifica i mezzi dicono i piromanti.

Alcuni giorni dopo le grida provengono dalle mura di Approdo del Re, da sua Maestà Re Aerys. Un uomo viene scaraventato a terra da due guardie mentre una donna al suo fianco piange disperata implorando pietà. Il Magister della Gilda Major degli Alchimisti, Belvius, dal labbro spaccato e il volto tumefatto e la sua giovane allieva Margot vengono sbatutti nelle segrete. Non hanno assolto al loro compito di fabbricare più dosi della cura senza avere la ricetta originale e visto che il Nord non ne manda più queste scarseggiano in tutta Westeros, la loro pena; la morte.

Nelle Terre dei Fiumi la situazione è drastica.

Le persone si disperano, guardano morire i propri figli, mogli e mariti, non sembra esserci una cura a questo inferno e le fiamme divampanti dei piromanti non aiutano certo la popolazione a sentirsi più sicura.
Qualcuno, anche tra i più rinomati cerusici, accusa i peccatori addossando loro la colpa per il morbo, in molti dicono che lo Sconosciuto stia punendo tutta Westeros a causa dei peccati compiuti dai Lord, “la nobiltà è spesso più depravata del volgo per il semplice motivo che se lo può permettere!” E’ una delle frasi che più si sente dire in giro, soprattutto da parte dei septon. Qualcuno grida anche alla fine del mondo in quanto la Dama Nera viene erroneamente accostata alla notte eterna che ricoprirà tutto alla fine dei tempi.
Non ci sono più i canti e i balli che imperversano nei villaggi, e là dove prima si firmavano contratti, adesso si alzano i coltelli. Non si odono più i cani che abbaiano, ma in qualche seminterrato un cane uccide un altro cane e il denaro cambia padrone.Non si odono più gli uccellini che cantano di prima mattina,probabilmente perchè anche loro sanno che non c’è niente per cui essere felici.v E’ il terrore.
I sospettati di essere infetti vengono espulsi dalla società, un singolo colpo di tosse basta per finire nel lazzaretto insieme ai malati veri, anche se i soggetti in questione erano coloro con la quale si cantava e si rideva la sera prima, per ricordare i bei vecchi tempi andati. Le guardie si aggirano a volti coperti, ma alcune di loro si sono già ritirate, i loro corpi adesso giacciono freddi nelle fosse dove a breve saranno bruciati.
Si teme ciò che proviene dall’esterno, i mercanti vengono accolti con malavoglia e vengono allontanati in fretta e furia. Si da la caccia a quelli che vengono definiti untori e molti innocenti finiscono nelle fiamme, poco importa se vivi o morti, l’importante è che siano purificati.Perfino i pochi tavernieri rimasti sono in crisi, allungano i liquori e la birra con l’acqua di fiume e ne dissimulano il sapore con il miele, ma solo quando qualcuno sviene aprono i barili nuovi.
Le notizie che provengono da Volo del Falco, considerato un baluardo contro il morbo, non lasciano a sperare in meglio. Si dice che, infine, anche la Lady Protettrice abbia contratto il morbo e insieme a lei altri Lord e Lady, ma dove può averlo contratto? A Raventree Hall? Dove voci che si spargono dicono che in realtà il morbo sia la rabbia di Lord Blackwood per essere morto in maniera indegna, o a Crossriver? Dove son presenti tantissimi Essosiani, incolpati anche loro di essere degli untori?
Paura per l’esterno, paura dell’esterno, paura di tutto ciò che non si conosce o che è troppo diverso. In questo momento anche coloro che prima evitavano le preghiere per farsi forti, pregano, pregano tutti i Sette, gli Antichi Dei, l’importante è che tutto questo finisca al più presto.
Spesso si prega anche perchè la Protettrice, grazie al sangue di drago che le scorre nelle vene, sopravviva.

“Chiuso in casa per mesi e la prima volta che mette fuori il naso è per ucciderci!?”

“Se non chiudi il becco sei tu il prossimo.”
“Se non mi prendono le guardie lo farà la Dama Nera, cosa vuoi che me ne importi? Ho perso due figli di malattia e uno adesso in nave! Pensi me ne interessi qualcosa?! Anzi dovrei urlarglielo in faccia.”
“Già ma quando eravamo al sicuro dai pirati ti andava bene.”
“Abbassate la voce o se dovete deprimervi andate altrove. Già la gente è poca, se mi fate scappare qualcuno scordatevi che la porta si riapra per voi.”
In una piccola taverna di Seagard poche persone, dopo il calar del sole, bevono pessima birra, probabilmente al solo scopo di stordirsi e dimenticare. “Condoglianze per l’ultimo figlio amico.” Un uomo con il volto scuro e una rada barba si unisce al tavolo. “Ero sulle mura quando è stato dato l’ordine. L’incursione è stata segnalata tempestivamente, mai viste vele nere così vicino alla città. Lord Mallister stesso è uscito sulle torri per vedere le navi… Stavamo quasi per festeggiare.”
“Cos’è, voleva godersi lo spettacolo?” Interrompe il primo.
“Non ne ho idea… Ha dato l’ordine di inseguirli gridando, picchiando i piedi a terra, mi hanno detto, ma lo credo poco. “
“Anche un bambino avrebbe visto la tempesta avvicinarsi, quelle nuvole venivano da sud, chiunque avrebbe capito che avrebbero seguito le navi! La prima volta che son salito su una nave mio padre mi ha insegnato a conoscerle ed evitarle!”
“Il Lord deve essere stato mal consigliato.” Perentorio l’oste.
“Temo, mio signore, di aver sentito da compagni diverse notizie… Pare che i consiglieri abbiano cercato di far ragionare il nostro signore, ma che egli li abbia rifiutati ed allontanati. I capitani non potevano ribellarsi ad un ordine diretto del Lord.”
“E’ impazzito, chiuso nelle sue stanze a respirare i fumi del camino!”
“Voi saprete se quel che si dice sull’esito della sortita sia reale.” Pian piano, l’intera sala, di fatto, i pochi presenti, si fa attenta alle parole del soldato.
“Temo di si. Nonsolo vostro figlio ha perso la vita, ma molti degli uomini imbarcati. I pirati Greyjoy avevano un grande vantaggio, forse in condizioni normali le nostre navi li avrebbero potuti seguire, chissà. Ma non è quel che hanno voluto gli Dei. Gli stessi venti e le stesse piogge che hanno colpito la città li hanno raggiunti in mare aperto, dove non avevano rifugio. Tre navi sono state ingoiate dagli abissi interamente, ben due in più di quelle dei pirati a quel che si sa. E altri uomini ancora hanno perso la vita oltre a Ser Liram Mallister, lo stesso nipote del Lord e Jhon Muddson, nipote del Lord di Fairmarket..”
“Come dicevo. Tira fuori la testa e uccide la sua gente! Che torni nelle sue belle stanze e ci lasci morire in pace, non abbiamo bisogno del suo aiuto!” L’uomo ormai è preda dell’alcol.

Vicino Passo del Felino viene ritrovata una pergamena che fa subito scalpore, poichè nessuno pare capirne il senso.

Rispondo in rima per chiedere perdono
le mie domande oltraggio non sono
già nutrivo il sospetto ed ora ho certezza
che non per il premio avean fatto prodezza.
Ancora non so come prender precauzione
ma inciampare e nuocervi non è mia intenzione
Vi offro supporto, discrezione ed amicizia,
su modi, luoghi e tempi attendo notizia.
Non ficco il naso, ma deve esser plateale
Attiro i vostri cent’occhi per dire: sarò leale.

In un paese al confine tra le Terre dei Fiumi e l’Altopiano, dove il morbo non ha ancora fatto troppa presa, un mercante sul suo cavallo a capo di una carovana scende per andare a rifocillarsi nella locanda.

<< Oh, Jimmy >> Lo saluta il locandiere dalle mani fasciate << Cosa ti porta qui in questi tempi terribili?>>
<< Soldi vecchio mio>> Il mercante si mette a sedere al bancone mentre gli accompagnatori occupano un tavolo poco distante <<Anche se il mio ultimo viaggio non è andato a buon fine.>>
<< Cosa è successo?>>
<< Quattro mesi fa passando di qua, ti dissi che avrei raggiunto Lancia del Sole, dannata bella città dalle donne generose, e sarei tornato indietro>> Il mercante sospirò davanti al boccale di birra appena versato <<L’andata è stata meravigliosa, ho fatto affari d’oro e giunto a Lancia del sole ho raddoppiato il guadagno! ma al ritorno…>>
<< Al ritorno cosa?>>
<< Al ritorno sono dovuto passare dall’altopiano, dovevo andare da Lord Fossway con un carico di limoni, ma appena sono arrivato a Cyder Hall sono stato cacciato. A quanto pare hanno ricevuto un carro di vino infetto o avvelenato, non lo so, e tutta la corte Fossway ne ha subito le conseguenze.>> << Cosa hanno fatto i Dorniani!?>>
<< Non so se siano stati loro o chi, ma stento a crederci pure io. Due membri della famiglia sono morti, e degli ambasciatori da Altogiardino sono stati colpiti mentre erano in visita…>>
<< Gran brutta storia, è terribile essere ambasciatore in questi periodi.>>
<< Già, fortunatamente però, eccetto le due morti, gli alchimisti sono arrivati in tempo e hanno disintossicato chi aveva bevuto.>>
<< Sono tempi cupi questi…>> Dice il taverniere mettendosi lo straccio sulla spalla.
<< Si, lo sono…>> risponde il mercante abbattuto. << Per caso hai bisogno di qualche limone?>>
<< Limoni no, non saprei cosa farmene.>> Dice il taverniere << Ma se hai un’iguana sarei curioso di vederla, non so cosa siano, ma le ho sentite nominare.>>

Rebirth's Town, Quindicesimo giorno del Terzo mese dell'anno 204 AL.

Io Lady Alystra della Nobilissima Casa Martell, Signora di Rebith's Town, proclamo nelle Terre dei Fiumi ed oltre, che ogni Alchimista che desideri mettere le proprie capacità al servizio della Corona così da trovare una cura al temibile morbo noto come Dama Nera, sarà il benvenuto a Rebirth's Town, così da consentire la rinascita dei Sette Regni per grazia dei Sette e di Sua Maestà il Re.
Chiunque desideri prestare la propria arte ad una giusta causa potrà raggiungere la Torre di Alchimia di Rebirth's Town e mettersi al servizio del Mastro Alchimista Sir Toland.
Che la grazia e la luce dei Sette illumini il vostro cammino.

Lady Alystra Martell.


Messaggio da Lord Angus Reyne.

Voci lord reyne.jpg

Messaggio da Lady Dahlya Manwoody.

Voci lady manwoody.jpg

<< Carmen! Carmen!>>

Una donna con una cesta piena di vestiti si avvicina correndo al fiume dove altre donne stanno lavando i panni.
<< Giudit, cosa succede?>> chiede una delle donne presenti << Cos’è tutto questa fretta?>>
La donna respira affannosamente, riprende fiato e con le altre nel frattempo si mette a lavare.
<< Ho sentito dire, da un’amica della sorella della zia del cognato del padre della moglie del fabbro che conosce mio marito, una che lavora a corte da Lady Celtigar, che quest’ultima ha ricevuto ben due proposte di matrimonio!>>
<< Come proposte di matrimonio?? Ma non sta ancora portando il lutto? E chi sarebbero poi i pretendenti?>>
<< Da quello che si dice, Lord Royce e uno dei due Lord Martell!>>
<< Sono entrambe famiglie famose e potenti...Cosa c’è che fa così scalpore, a parte il fatto che la lady sta ancora onorando il precedente marito?>> << Bhe pare che Lord Royce abbia effettuato un viaggio nelle Terre della Corona recentemente…>>
<< E Sir Martell?!>>
<<Eh, appunto!>>
Tutte le donne si fermano a guardare Giudit, con la bocca spalancata.
<< Vorresti dire che…>>
<< Sì Umberta! Ser Rajia Martell non ha chiesto il permesso del padre!>>
<< Oh ma è scandaloso!>> dice Salvia, la più anziana del gruppo << Perfino mio marito che viene dal nord è andato a chiedere a mio padre se poteva corteggiare me, una donna delle terre dei fiumi!>>
<< Eh, esatto, adesso nessuno sa come reagirà il padre di Lady Celtigar!>>
Tutte tornano a lavare.
<< Questi nobili, una ne fanno, dieci ne pensano e cento le sbagliano>>
<< Non essere così cattiva Carmen!>> dice Giudit <<Lady Celtigar non ha fatto niente, sono i Lord che sbagliano tutto!>> << Come al solito, noi donne siamo costrette a subire ciò che gli uomini fanno…>>
<< E rimediare ai loro danni>> dicono, sospirando, tutte le donne in coro.

Osborn, fino a qualche mese fa vice comandante delle guardie di Evening Tree,

è conosciuto in tutto il borgo per il suo caratteraccio, la sua violenza e l’essersi messo in contrasto con il nuovo Sceriffo. Cacciato per insubordinazione, dicono.

“Si è dato alla macchia, finalmente. Ti dirò, lo preferivo ingabbiato, ma mi accontento decisamente anche così. C’è una taglia sulla sua testa, lo ritroveranno.”
“Già, c’è da ringraziare lo Sceriffo se finalmente ne siamo liberi.”
“Io ho sentito che si sia unito a Springbowl... in realtà anche che sia diventato il suo braccio destro.”
“Bah! Non credo, non è mai stato una cima, invece il Cavaliere della Foresta è uno sveglio , non credo lo prenderebbe al suo fianco così, ma si anche io ho sentito si trovi con lui. Ha abbandonato questo posto e si è unito agli uomini di Springbowl, quel Cavaliere sta radunando un sacco di gente intorno a lui, i dimenticati, gli emarginati, a lui non interessa da dove provengono li prende e basta.”

.......
Le feste della magione di Evening Tree continuano ad avere successo, mercanti e dignitari della maggior parte dei Fiumi vi prendono parte e ai soliti noti si aggiungono anche facce nuove.

“Ho sentito che sono venuti nobili dal Nord persino!”
“Io ho sentito persino di dignitari stranieri e gente di Dorne.”
“Lady Ariel è diventata una Lady felice finalmente!”
“Dice sia venuta questo mese anche la Lady Pommingham, mecenate della Casa dei Cantori, avete letto gli annunci, no? Dicono sia bellissima nonostante l’età… Potremmo vedere presto bardi e cantori degni di questo nome, uomini di classe e non girovaghi accattoni! Con ballate e chissà cosa cosa potremmo sentire.”

Editti vengono promulgati a Riva Rosa.

“Con l'approvazione del signore di Riva Rosa, Lord Luke Templeton.

La Gilda dei Piromanti chiama a raccolta chi voglia dedicare la sua vita all'Ordine. Vengono ricercati non più di 5 volontari che entrino a far parte della Gilda per mansioni delicate.
L'Altofuoco richiede una fedeltà assoluta, nel corpo e nella mente, per cui verranno valutati solo candidati celibi, non primogeniti, di età non superiore ai venti anni e fisicamente abili.

Gli interessati lo facciano presente al maestro di Riva Rosa”


“Alla popolazione e gli artigiani di Riva Rosa.
Una opportunità più unica che rara vi si propone, non fatevela sfuggire!
Si stanno aprendo trattative perché dei volontari di questo meraviglioso paese, e solo di questo, possano apprendere le arti degli esotici artigiani di Essos, così da fare proprie le capacità che rendono famosi nel mondo tutto i maestri di quei mercati.
Pochissimi hanno mai avuto questa possibilità e persino nelle piu grandi città di questo continente si ha difficoltà a contare quanti hanno padroneggiato gli strumenti degli artefici di ferro, spezie e stoffe.
Dimostriamo al mondo quanto abili siano le vostre mani e quanto brillante sia la vostra fantasia.
Se siete pronti a mettere alla prova le vostre abilità, se vi impegnerete a mettere a frutto questa rara conoscenza, cari abitanti della Riva, non tiratevi indietro!
Chiunque sia interessato e disponibile per apprendere questi segreti lo faccia presente al maestro di Riva Rosa.

Ivar Vyrwel, castellano di Riva Rosa.”


In una taverna di un piccolo villaggio un capannello di persone si accalca attorno ad un tavolo.

<< Ci andrò io!>>
<< Fatti da parte, io ho portato la voce, io merito più di te di andarci!>>
Vec il vecchio, l’unico altro popolano che sa leggere e scrivere oltre al taverniere, ha appena finito di leggere l’annuncio dell’apertura della Casa del Cantore portato il giorno stesso dal banditore.
<< Vec, con il tuo carisma non sapresti parlare alle vacche! Io invece ho decisamente più carisma di te!>> << Vetusto, non sai nemmeno leggere e scrivere, sei uno spreco di tempo!>>
<< Bisogna portare la gioia nelle corti e nelle strade Vec! Te sei un becchino, che gioia puoi portare?>>
tutti ridono, tranne Vec.
<< Sicuramente sò fare molte più cose di un monco come te!>>
tutta la folla ride ancora, tranne il vecchio Vetusto.
<<Ci andrò io allora!>> dice un ragazzo dalle prime file << Non sono vecchio come voi, e posso ancora imparare molto!>>
<< Non essere impertinente e porta rispetto agli anziani!>> grida furioso Vetusto.
<< Ma sai dove è la residenza di Lady Pommingham?>> chiede Vec.
<< Beh, io no...ma voi?>>
il silenzio cala sul gruppo di persone.
<< Vabbè, un modo per arrivarci si trova>> dice Vec alzando nuovamente l’annuncio << Chi è che vuole veramente andarci?>>
Questa domanda suscita un ’euforico mormorio, le motivazioni sono tante, voglia di viaggiare, di imparare, voglia di necessità ben più naturali, però almeno cinque o sei ragazzi senza dire nulla a nessuno, alzano la mano.
<< Benissimo!>> dice l’uomo << Chiederemo informazioni alle persone che si trovano in giro, vi ci porto io così vi insegno a leggere e a scrivere nel frattempo>>
<< Stolti, è solo uno spreco di tempo!>> urla un vecchio da fuori della cerchia, tutti si voltano verso di lui.
<< I bardi non sono mai ben visti, e i nostri lord>> sputa per terra << vivono nella paranoia, non ci andate ragazzi, riceverete più botte e minacce di morte che soldi, e nessuno invidia i morti!>>
Tutti si zittiscono e guardano il vecchio andare via borbottando.

Nuovi manifesti, con la breve firma "La Dama" compaiono nuovamente, a Rebirth's Town stavolta.

Blu, giallo, oro e rosso
con profumi di sabbia e ambra addosso.
Capire da dove provengono è alquanto palese,
dalle terre di Dorne con chissà quali pretese.
I Cavalieri Martell si fanno chiamare,
ma di questo nome non vorranno abusare?
Domanda lecita e alquanto maliziosa,
ma un particolare rende la folla dubbiosa…
son sparite le loro patenti di nobiltà,
facendo loro perder qualsiasi credibilità.
Riguardo a questo smarrimento
occorrerebbe qualche chiarimento:
perdute, rubate o sabotate
e perchè no, proprio mai create!
Che qualcuno sappia la verità
su questi titoli che non son veri in realtà?
Come sempre, oh popolo brava gente,
di guardarvi le spalle vi consiglio vivamente.
Della nobiltà non c’è da fidarsi,
figuriamoci di chi tenta per essa di spacciarsi!

La Dama

Giorno 21 del Terzo mese dell'anno 204AL.

Le notizie, specialmente quelle macabre, viaggiano come polvere in una tempesta.

<< E’ terribile Lèm, terribile>>
l'uomo stava piangendo, e in locanda tutti gli si erano avvicinati.
Era entrato da poco, si era avvicinato al bancone, l'oste era suo parente, gli avrebbe potuto dare una mano, e dopo aver lanciato un urlo di dolore si era seduto con la testa tra le mani sul banco.
<< Hanno bruciato tutto! Tutto!>>
<< Attanasio che succede? Chi ha bruciato tutto?>>
Chiede l’oste prendendo un boccale e spillando un po' di birra per poi passarlo al cognato.
<< Prendi e bevi ragazzo, offre la casa>>
<< Offre anche a noi?>> Chiese una voce dal gruppo
<< Col cavolo, voi mi dovete pagare!>>
L'uomo non sembra voler fermare il pianto, e quando sembra stia smettendo riprende subito dopo con più foga di prima.
<< Erano settimane che dalle nostre parti le cose andavano male>> Una volta ripresosi un minimo <<Come nel resto delle terre da quello che ho capito, il morbo aveva ucciso gran parte di noi, io fortunatamente mi sono salvato insieme ad altre quattro persone>> Il suo sguardo cade sulle mani volte verso l'alto sul bancone, il tipico sguardo vuoto e freddo di chi ormai non ha più nulla da perdere e ciò che aveva gli è stato strappato dalle mani. <<Sono arrivati ieri, pensavamo fossero solo soldati mandati per gestire i malati, ma poi il loro capo si è fatto avanti, era un uomo mingherlino, con le occhiaie e un lungo vestito rosso e nero, ha chiesto ai cerusici chi era rimasto sano nel villaggio e poi... e poi...>>
Sembra incantarsi, il suo sguardo ora è fisso sul boccale di birra ancora pieno.
<< Poi si è presentato davanti al lazzaretto, sapete, quello costruito per l'editto, e dopo averci lanciato qualcosa dentro, il lazzaretto ha preso fuoco con i malati e tutti i cerusici al suo interno... tranne due che erano acnora sani>>
Mormorii di stupore e di orrore si muovono tra la folla di ascoltatori.
<< E quindi? Poi che è successo?>>
<< E’ successo...>> Esplode nuovamente in un pianto incontrollato <<E’ successo che sono andati di casa in casa, portandosi i due cerusici sani dietro che terrorizzati gli dicevano chi era sano e chi no, i sani li hanno fatti uscire, ma i malati li hanno bruciati dentro le loro case>> << Per i sette! Chi si è salvato insieme a te?>>
<< I due cerusici e una ragazzina...>>
<< Mia sorella!?>>
L'uomo urla nuovamente, afferra un coltello, ma viene prontamente bloccato dal cognato quando cerca di tagliarsi la gola.
<<Forse era malata, ma l'hanno bruciata davanti ai miei occhi, dentro casa mia, con mio figlio nato tre giorni fa!>> L'oste lo lasciò << Non ho potuto fare niente per salvarli! Hanno dato fuoco a tutto il villaggio!>>
<<Quei figli di puttana!>> Urla l'oste sbattendo violentemente il pugno sul bancone <<Va bene proteggere i regni, ma qui è un massacro di innocenti! Siano maledetti dai Sette e dal.. e dal...>> Anche l'oste, resosi conto che la sorella era morta, scoppiò in un pianto lungo e disperato, abbracciato al cognato.
<< Questo è un sopruso!>> Si azzarda a dire qualcuno.
<< Qualcuno dovrà pur fare qualcosa, quei maledetti ci uccideranno tutti per essere sicuri di rimanere salvi>> Sussurra qualcun'altro
<< E’ colpa dei Fumi delle fiamme verdi!>> Risponde un vecchio monco da un braccio, da una gamba e senza un'occhio <<Sono quelli che ci avvelenano, lo fanno apposta per poterci ridurre in ginocchio e poterci tassare ancora di più per la ricostruzione di ciò che loro bruciano!>> Dopo questa frase nessuno parla più.
La taverna viene chiusa con una mezza giornata d'anticipo quel giorno, e in molti si chiedono quando mai riaprirà.

Sulle sponde di un laghetto due uomini pescano tranquillamente.

<<Ehi Pipino, hai sentito del Ser Reed? Quello venuto dal Nord per il morbo.>>
<< No Sam, che ha fatto?>>
<< All’ultimo concilio nobiliare a quanto pare ha preso la bimba della protettrice in ostaggio per non essere consegnato a della gente, penso Blackfyre…>>
All’uomo si disegna un sorriso in volto, poco dopo inizia a ridere sguaiatamente.
<< Pipino, che c’è da ridere? è un affare serio!>>
<< Lo so Sam, lo so che non ci dovrei ridere, ma sai cosa ha detto la protettrice al Reed quando le ha preso la bambina?>>
<< Cosa?>>
<< Reedammela!>>
Sam si ferma a bocca aperta, poi torna serio e tira un pattone all’altro uomo che ancora se la ride di gusto, che poi si calma e fa segno al compare di continuare.
<< Per fortuna c’erano i Martell>> dice Sam lanciando l’esca in acqua << Hanno salvato entrambe>>
<< Reedimmelo, non ho capito, che hanno fatto?>>
Altra risata, seguita questa volta da un pugno in pieno stomaco.
<< Te ci ridi, idiota, ma per poco non scoppiava nuovamente una guerra!>>
<< Addirittura? E perchè?>>
<< Si dice che qualcuno avesse avvelenato il bicchiere di Lady Naerys e Sir Rajia, sospettoso, ha fatto assaggiare la bevanda a una serva che poi è morta!>>
<<Ma dici sul serio? E l’altro Martell che ha fatto?>>
<< Sir Rashid, non si sa bene come, è riuscito a liberare la bambina dalle grinfie del Reed!>>
<< Ah!>>
<< E adesso sono eroi! Pensa un po’, se ci fossi stato io…>>
<< Calma Sam, se ci fossi stato tu, a quest’ora saresti morto!>>
<< Probabilmente hai ragione>> l’uomo sbuffa ritirando e guardando l’esca ormai vuota.
<< Ehi Sam…>>
<< Cosa c’è?>>
<< Ma quella che ha bevuto il veleno destinato alla Lady è la serva, giusto?>>
<< Sì, mi pare di aver capito così>>
<< Allora dovrebbe essere la serva l’eroina, non il Martell!>>
<< Beh, ma Sir Rajia ha avuto il cervello e l’idea di farlo assaggiare alla serva!>>
<< Sarà, ma io dei dorniani non mi fido>> sospira Pipino << Quando c’era il buon Mallister non c’erano così tanti esterni alle terre dei fiumi...>>

A Rocca Spezzata vengono appesi alle bacheche, nelle taverne e annunciati da bardi o araldi,

così che persino gli analfabeti non possono ignorare e vantarsi di sapere cosa sia scritto in tutte quelle pergamene appese in città.

"Si offre un incentivo di 20 Dragoni d'oro a chi vorrà riaprire la Locanda Gialla e occuparsi della sua gestione, considerando maggiormente idee creative, è desiderio della corte che la locanda in stile Dorniano per festeggiare la Lady del Territorio e cercare di amalgamare e far conoscere reciprocamente le due culture, sempre così distanti e diffidenti in questa città che ha avuto modo di apprezzarle entrambe.
A tal scopo si offrono fino a 30 MO per bardi, saltimbanchi, teatranti e artisti simili per una piccola festa che si terrà con l'intento di festeggiare e pregare per una rinascita del territorio e in una buona riuscita dell'amministrazione di Lady Dahlya Manwoody"


"Si offre il pagamento dei materiali ed un pagamento per il servizio pari a 50 MO agli artisti che vorranno decorare la nuova Cappella che sarà costruita in onore alla Fanciulla con affreschi, decorazioni, sculture o forme d'arte simili.
Gli artisti saranno tenuti a presentare al castello quanto prima un progetto incentrato sulla Sua figura che la Lady reggente o un suo rappresentante selezioneranno.
Ser Prosper Ambrose, Castellano di Rocca Spezzata,
Per volere della Lady reggente Lady Dahlya Manwoody."

Primo giorno del terzo mese dell'anno 204AL.

Un sole rosso si inabissa nel Mare del Tramonto.
Gli ultimi riflessi accarezzano i moli deserti di Lannisport, le vele ammainate dei galeoni alla fonda, gli edifici a due piani degli orafi e i cortili delle residenze dei mercanti. Dall’alto delle mura di Castel Granito le acque baluginano in una linea arancione che si spezza dove la risacca si infrange sul promontorio, centinaia di metri più in basso, ai piedi della rupe. Le bandiere penzolano a mezz’asta, l’ultima bava di vento increspa i vessilli dei signori dell’Ovest.
Un tramonto sereno, meraviglioso. Ultima beffa di un destino che ha reclamato la vita di centinaia di persone e, dopo aver seminato tutta questa morte, fa sfoggio del suo abito migliore per partecipare alle esequie.
Il Leone Grigio è tramontato. Il suo ruggito non echeggerà più per le terre d’Occidente.

Le carovane nobiliari sono arrivate alla spicciolata e la fortezza è avvolta nel silenzio. La quiete del lutto, la pace della rassegnazione, la calma figlia del terrore che un respiro, una stretta di mano, un abbraccio o una parola di commiato permettano alla Dama Nera di mietere nuove vittime. Il morbo non fa differenza tra nobili o straccioni quando c’è da aggiungere un altro corpo al carico putrescente della sua carrozza. Quando l’ultimo bagliore di luce si estingue oltre la linea dell’orizzonte, un manto di oscurità cala su un’altra notte di campane a morto. La speranza sembra strisciare via dalle strade, dalle case e dai cuori.
Sono arrivati Signori da tutto il reame per porgere l’ultimo saluto a Lord Lannister. Gli ambasciatori di Dorne e delle terre dei Sud si stringono nei loro caffetani color dell’ambra e del rubino, sopportando il freddo che attanaglia Castel Granito in nome del legame con l’Ovest, della promessa di matrimonio che lega il Leone alla Lancia e al Sole. Sono presenti emissari dalle Terre della Tempesta e delegazioni da Approdo del Re malgrado la capitale sia ancora in ginocchio a causa dell’epidemia e della morte della Regina Madre.
Il mare si ingrossa. Un vento di tempesta si alza da occidente, ululando nel dedalo di caverne che millenni di mareggiate hanno scavato nel promontorio.
Anche nel lutto la nobile casata Lannister non lesina opulenza e le sue case vassalle non sono da meno. Campeggiano i vessilli dell’uomo incappucciato del Banefort e dell’elmo crestato dei Broom, del cinghiale dei Crakehall, delle quattro aquile rosse degli Estren di Wyndall e dell’albero in fiamme dei Marbrand di Ashemark. Il sentiero che conduce alla fortezza e al Tempio dei Sette è segnato da drappi di velluto cremisi e fiaccole fissate a sostegni d’oro massiccio. Il popolo vorrebbe salire a porgere l’ultimo saluto al suo signore ma la guardia cittadina tiene lontani curiosi e disperati con un cordone oltre la prima cinta di mura. Molti guerrieri portano fazzoletti rossi avvolti al naso e alla bocca e reagiscono con la violenza della paura contro chi tenta di oltrepassare le barricate. Sul sagrato in cima alle scale un vecchio Septon accoglie gli ospiti alla celebrazione. Il suo corpo è piegato dagli anni ma nei suoi occhi brilla la luce della fede e la sua voce è stentorea mentre invoca la benedizione del Padre su ognuno di loro. Oltre i battenti del portale il tempio è immerso nella semioscurità. Le tessere d’oro del mosaico che compone la stella a sette punte brillano sul pavimento. In corrispondenza di ogni vertice si staglia un’alcova contenente le raffigurazioni marmoree delle divinità. Al centro, il feretro d’oro del vecchio Lord Protettore è sigillato, decorato da leoni rampanti agli angoli e teste leonine su ognuna delle quattro facce. Il sigillo del leone d’oro campeggia sui drappi calati dal tetto.
Lady Brax, un velo nero che le copre il volto e i capelli, indugia a pochi passi dalla bara. Gli anni sono stati clementi con la sua bellezza, ma una maschera di impassibile dolore le irrigidisce i lineamenti. Intorno a lei si raccoglie tutta la famiglia Lannister. Lady Nylla si abbandona al pianto e alla disperazione, non nascondendo lo strazio che le dilania il cuore. I suoi fratelli, il volto contrito in un’espressione di dolore e disappunto, cercano di contenere quelle che ritengono esternazioni fuori luogo a fronte del blasone e della sacralità della funzione. Il tempio si riempie in ogni ordine di posti e il vecchio septon pronuncia l’elogio funebre. Il silenzio è irreale, rotto solo dallo scricchiolare delle panche, dai singhiozzi della Lady Favorita e dall’urlo del vento che fa vibrare le intelaiature delle vetrate. Vapori d’incenso saturano la sala.

Quando, al termine della funzione, il feretro viene portato a spalla fuori dal santuario e la folla si accoda in processione, è ormai notte fonda. La tempesta si è abbattuta su Castel Granito e lampi illuminano a occidente un cielo carico di nubi nere. Molti presenti chinano il capo e si stringono nei mantelli, per proteggersi dal freddo e scacciare il presagio che per un attimo attanaglia il loro cuore.

Il Leone Grigio è tramontato. Il suo ruggito non echeggerà più per le terre d’Occidente.

È un bel giorno alla locanda dell'uomo inginocchiato.

Tra le strade del circondario girano voci sul fatto che la famosa taverna quest'oggi sia chiusa, l'oste è stato fatto uscire dalle guardie che, attirando lo sguardo anche di alcuni curiosi, hanno iniziato a perquisire l'edificio.
Quando poi all'improvviso, il fuoco divampa.
Nelle stalle della locanda dell'uomo inginocchiato, locanda delle terre dei fiumi situata vicino al punto in cui Torrhen Stark, Re del Nord si dice si sia inginocchiato al cospetto di Aegon il Conquistatore, sono esplose fiamme verdi. A capo delle guardie però, è presente il coraggioso cavaliere scarlatto Thormund, che con mente fredda inizia subito a dare ordini a destra e a manca per coordinare l'arginamento dell'Altofuoco utilizzando la terra, in modo tale che non venga bruciato anche il villaggio.
Il fuoco, sebbene arginato, brucia comunque per due ore, due ore nella quale l'oste osserva le fiamme verdi e maledice con grida lanciate al cielo i malfattori, poco importa chi siano, l'importante è che vengano colpiti dalla furia divina.
Una volta spento l'Altofuoco, è il piromante che si fa avanti, nel semicerchio creatosi dalla folla, gli ubriachi piangono per l'alcool sprecato, e tutti nel villaggio sono traumatizzati dall'accaduto.
“Piazzando pericolosi ordigni esplosivi in luoghi affollati la loro intenzione è quella di spaventarci, di farci sentire tutti in pericolo” Dice il piromante allargando le mani per fare in modo che lo sguardo della gente vada su di lui e sulle ceneri della taverna “ Ma questo la Corona non ha intenzione di permetterlo ed i Piromanti, con il qui presente Cavaliere Scarlatto Thormund, sono qui per proteggere la popolazione e per dare un segnale chiaro all'esercito ribelle. Chiunque venga scoperto dare appoggio agli uomini del Blackwood o i traditori blackfyre verrà considerato un traditore, in quanto avrà messo in pericolo la vita di tutti quanti, compresi gli stessi cari. Non credere alle promesse di tali codardi deve essere l'unica scelta di un fedele suddito ed amico del popolo, così che altri incidenti di questo tipo non si verifichino più in futuro.
Così un bardo girovago in una piccola taverna termina la storia di ciò che ha visto.
<<Sarà, ma io non ho capito niente>>
<< è esplosa la taverna dell'uomo inginocchiato, ma chi è che l'ha fatta esplodere?>>
<< Il piromante, no? Sono loro che lanciano l'altofuoco a destra e a manca... come dice il nostro amico bardo>>
<< Non avete ascoltato bene signori miei>> Dice il bardo contando le monete che gli vengono lanciate << Il piromante era fuori dalla locanda, probabilmente le guardie con fare disattento hanno urtato qualcosa che non dovevano urtare>>
<< Ci mancava pure questa>> Dice il secondo contadino << Cosa ci toccherà adesso eh? Prima gli omini del Blackwood che danno di matto, poi 'sto morbo che ci sta decimando, adesso l'Altofoco sotto il culo quando dormi...>>
<< Un giorno faranno una guerra>> Sospira il terzo sconsolato << E nessuno vi parteciperà>>
<< Jauffre, ricordati di cucirti la bocca per non portare sfiga, dannatissimo iettatore>>
<< E allora te Franck, ricordati che devi morire>>
Entrambi si alzano, entrambi inebriati dall'alcool ingurgitato e pronti a darsele di santa ragione.
<< Fermi, fermi>> Grida il secondo afferrandoli per le spalle e rimettendoli a sedere << Siamo già troppo in crisi, non vi ci mettete pure voi>>
<< I vostri amici hanno ragione a essere preoccupati>> Afferma il bardo soddisfatto della paga << Ma, io penso che i nostri cari e buoni Lord faranno di tutto per proteggerci, d'altronde, senza di noi, loro sono poco e niente>>
<< Non farti sentire dalle guardie sai! Se sentono che dici qualcosa di simile ti mettono alla gogna! E se poi mentre sei alla gogna passa Matilda... oh dei, meglio non pensare a cosa potrebbe succedere >>
<< Allora io continuo il mio viaggio signori, lieto di avervi raccontato le verità che girano in questo periodo, perciò Addio, e grazie per l’ottimo pesce.>>

Un messo reale di quelli bassi, tozzi e calvi se ne sta sul suo cavallo

con l'intento di sembrare più alto entrando nel piccolo villaggio scortato da alcune guardie armate.
Dopo aver fatto radunare i popolani del posto nella piccola piazza principale, in un impeto di maestosità sfila davanti a loro atteggiandosi a grand'uomo, ma ottenendo come unico risultato quello di suscitare delle risatine quà e là tra il volgo. Fatta la sua dimostrazione, la palla di lardo ben vestita, si mette tra le guardie e i popolani, si schiarisce la voce sputando sui piedi di un contadino e srotola una pergamena. “A tutti gli abitanti dei Sette Regni,
Per ordine di sua Maestà Re Aerys Targaryen, signore dei Sette Regni, Protettore del Reame, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, chiunque abbia contratto il male denominato Dama Nera dovrà essere immediatamente trasportato nei luoghi adibiti o nei lazzaretti ove presenti, qui verranno curati e tenuti sotto sorveglianza fino a quando la guarigione non sarà completa o fino a quando non sopraggiungerà la morte.
Coloro che sono morti e moriranno per via del morbo dovranno essere bruciati così che il fuoco possa purificare e contenere la malattia, chi non potrà permettersi di bruciare le vittime in modo sicuro dovrà essere bruciato in fosse comuni esterne alla città e le cerimonie verranno eseguite senza il defunto.
Dei roghi si occuperanno le guardie, aiutati dallo sguardo vigile di coloro che agiscono in nome del Re in queste terre, i Piromanti.
Chiunque si rifiuti di bruciare i corpi, verrà punito con cinquanta frustate.
Tale è la volontà del Re espressa per mano di Ser Brynden Rivers, Primo Cavaliere.”

<< E? un'ingiustizia bella e buona!>> urla una vecchia dalle ultime file facendosi strada con il suo bastone << Io non voglio bruciare la mia povera figliola e celebrare i riti senza il corpo, non è un vero rito! Gli Dei non lo accetteranno.>>
<< Skap, ti prego non far infuriare il messo>> Un uomo la prende per la spalla.
<< Non far infuriare il messo? Ma bada te se mi devono venire a dire che mia figlia deve passare all'altro mondo senza riti, no signore, io la mia Farre la consegnerò ai Sette, sempre siano in gloria, che la portino nei Cieli e non alle guardie>>
<< Porti rispetto!>> Grida una guardia prima che una bastonata gli arrivi nei denti.
<< Mi avete fregato il marito in guerra, insieme a lui il mio caro figliolo e mio fratello, non li ho potuti seppellire! Ora mia figlia mi è stata strappata dalle braccia per via del morbo, e almeno a lei farò officiare i riti come comandato, e non come dice quel tizio sul cavallo, povera bestia tra poco gli si troncano le gambe!>>
<< Questo è un affronto!>> Urla il messo << Guardie, prendete la donna, trovate il corpo della figlia ed eseguite la punizione come deve essere eseguita!>>
<< Non potremmo fare prima una cerimonia e poi bruciarla?>> Si azzarda a dire uno dei soldati
<< Osi contraddirmi?>> Risponde il messo avvicinandosi e puntandogli il suo indice grosso quanto una salsiccia in faccia. <<Io - sottolinea- ho un editto del Re che parla chiaramente, e se non eseguirete ciò che ho detto, farò rapporto al vostro capitano e farò in modo che laviate le latrine a vita!>>
Gli armigeri, sentendo queste parole, Scendono da cavallo e portano via la donna di forza, dopo avergli tolto il bastone, ignorando le sue grida, imprecazioni e i tentativi di divincolarsi.
<< Questo è quello che accade a chi va contro il Re>>
E così, come era arrivato, se ne va trionfante.

Per ordine di sua Maestà Aerys Targaryen

Per volere di Sua Maestà Re Aerys Targaryen, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signore dei Sette Regni e Protettore del Reame
Io Lord Baeghar Velaryon, Signore del Driftmark e Comandante della Cappe Dorate pubblico un mandato di cattura per i seguenti traditori.

Alec Holborn, ex braccio destro del defunto traditore Roman Manwoody è stato avvistato nei pressi dell’Incollatura negli ultimi mesi. Necessità di essere catturato vivo se sarà diversamente la pena per colui che ha compiuto atto sarà la stessa applicata per il tradimento alla Corona , la taglia è di 500 Dragoni d’oro.

Oswald Storm, figlio di Ser Noel Tudbury, avvistato da casa Glover a Nord, ferito ad una gamba da una spada mentre era in fuga, il traditore conosce perfettamente la lingua essossiana ed è un abile ranger.
Vivo o morto la taglia è di 100 Dragoni d’oro.

Ser Kendrick Hightower, cieco dall’occhio sinistro, visto ultima volta a Guilltown presso la taverna del Coniglio di Mare assieme a Ser Steven Tarbeck, quest’ultimo ha violato l’obbligo di esilio nell’Oltremare infrangendo quindi anch’esso la Legge del Re.
Vivi o morti taglia per ognuno è 250 Dragoni d’oro, 600 se consegnati assieme.

Kendra di Hollow Hill, si aggira nella parte sud-Est dei Fiumi, ben riconoscibile da una voglia rossa sulla spalla destra a forma di foglia, tale traditrice svolge il mestiere di prostituta ed è ricercata in quanto informatrice dei traditori.
Viva o morta la taglia è di 80 Dragoni d’oro.

Si avvisa inoltre che chiunque fosse in possesso di qualsiasi tipo di informazioni inerente ai traditori ancora in fuga o di eventuali possibili covi di riportare immediatamente l’informazione alle autorità competenti dei Fiumi o al qui presente e riceverà un compenso adeguato all’informazione data.

In fede,
Lord Baeghar Velaryon, Comandante delle Cappe Dorate.

Riecheggiano i gemiti della neonata tra le mura di marmo rosso della fortezza

E' un giorno di gioia per la Corona eppure l'inquietante irascibilità di sua Maestà e il morbo dilagante non fanno sorridere a pieno la principessa Aelinor e il suo sposo dell’Altopiano.

Myrhia Tyrell, ecco il nome che le è stato dato in onore della nonna, la Regina Madre, primogenita della principessa Aelinor Tergaryen e di James Tyrell, erede di Lungaspina. Candidi boccoli bianchi e una pelle ambrata, strilla a perdifiato tra le braccia della madre commossa, i messaggeri portano la rara e buona notizia per Approdo e ad Altogiardino.
Servono diversi giorni perchè la corte dell’Altopiano possa giungere, e visto il lutto per la Regina Madre, i festeggiamenti sono limitati ad un umile banchetto privo di fronzoli o spettacoli.
La bambina è sana e forte e probabilmente l’invidia di sua Maestà e della sua sposa cagionevole e sterile in grado per adesso di generare solo feti morti e sangue. Non passano molte settimane che una delle navi della Corona salpa da Approdo alla volta di Roccia del Drago. Al suo interno la neonata e i novelli genitori; tutti e tre e il loro seguito hanno preferito lasciare la capitale, il morbo dicono, ma le voci più insidiose parlano di paura nei confronti di sua Maestà e della sua invidia nei confronti della sorella.
Un clima di paura e paranoia regna alla fortezza rossa, e nessuno ne pare immune.

Giorno 3 del terzo mese dell’anno 204AL.

Dalle cronache di Heritias, scriba e narratore di ventura.
Quello che vidi fà talmente mostruoso e straziante, che ancora nelle orecchie mi ronzano le grida e il rumore delle unghie che grattano il legno nella speranza di poter uscire.
Si ergono le palizzate di sassi e legno alte fino sopra i tetti delle case. Rette ed invalicabili le mura svettano verso il cielo chiudendo in una maglia stretta la cittadina di Sow's Horn, poche decine di case nelle Terre della Corona al confine con le Terre dei Fiumi. Uomini in armatura riportanti i colori della Corona e contadini dai vestiti logori lavorano giorno e notte perché quella palizzata sia terminata nel minor tempo possibile, non li ferma nè la pioggia incessante né il fango che gli divora le caviglie. Il tempo è padrone della vita dell’uomo, corre veloce ed inarrestabili, egoista, e come tale pretende di non esser perso in alcun modo. L’ultimo battito di martello sul legno ancora bagnato risuona nell’ombra della sera e l’opera è finita, ma quella che in genere viene usata come massima difesa per i pericoli dell’esterno, in realtà adesso ha il primario scopo di gabbia per chiudere dentro coloro che sono stati baciati dalla Dama Nera. A niente servono le urla della donne e le suppliche dei vecchi. Neanche i bambini vengono risparmiati, tirati su dalle madri che tentano inutilmente di farli uscire da quell’inferno familiare. Cerusici e septe, portano fuori i corpi in cerimoniale silenzio, mentre le guardie sbarrano l’uscita a disperati urlanti che si gettano su di loro come topi in fuga dall’inondazione. Tra le cataste bruciate di cadaveri infetti, anche la moglie e le due figlie bambine del quartiermastro riposano scomposte, mentre lui ancora respira da dentro le palizzate supplicando la venuta dello Sconosciuto. Quarantena. E’ scritto in rosso ed a grandi lettere sul cancello sbarrato e ben sorvegliato, solo i cadaveri possono uscire dalla città per essere dati alle fiamme. La Dama Nera fà da padrona all’interno e tra le sue grinfie stringe l’intera popolazione; nessuna alternativa è stata trovata, la diffusione andava arrestata in qualche modo e il fare della cittadina tomba per vivi è stata la scelta finale, il sacrificio di pochi nella speranza di salvare molti.

Ventisettesimo giorno del secondo mese dell'anno 204AL.

Ali oscure, oscure parole... si dice sin dai tempi antichi, ma stavolta è il pianto del leone morente che riecheggia per i Sette Regni e porta a tutti la sua luttuosa notizia.
Splende il sole sulla capitale dell’Ovest, la città d’oro, la fortezza costruita su granito e minerali preziosi che così orgogliosa e fiera si erge a picco sul mare sfidando i flutti e le forze che la vorrebbero già da secoli nelle fauci delle profondità marine. Splende il sole, ma un'aria gelida accarezza le gonne delle dame silenti e le vesti dei mercanti che salgono e scendono la scalinata dei Leoni d’Oro. Le campane della città hanno risuonato nelle vie per tutta la mattinata con tono sordo e cupo, portatrici della peggiore tra le notizie, tristi messaggere di un giorno luttuoso.
La scranno di Castel granito è vuoto e freddo, drappi neri coprono le finestre e il silenzio regna sovrano, disturbato solo dai singhiozzi e dalle parole flebili dei septon, tutta la città è in cordoglio per l’accaduto. I funerali si terranno il primo giorno del terzo mese dell’anno corrente per permettere ad ogni nobile o popolano lontano di poter giungere nella città per portare i propri omaggi al compianto Leone Grigio. Nel frattempo tutta la città si prepara alla cerimonia, per omaggiare nel migliore dei modi colui che fù uno dei più grandi Protettori e condottieri che calpestarono le terre di Westeros, il cui ruggito ancora riecheggia nel cuore del suoi nemici incutendo terrore.
La città però si prepara anche ad affrontare questa nuova ondata del morbo che sta mietendo vittime in ogni quartiere, ricco o povero che sia; edifici vengono adibiti a lazzaretti nel tentativo di isolare le vittime, i nobili si rinchiudono nelle loro stanze, cerusici con il volto di uccello girano come ratti tra le vie e fuochi di carne e morte si accendono in ogni angolo della città. La Dama Nera ha colpito l’Ovest in maniera terribile e spietata, senza fermarsi di fronte a nulla; non l’oro ne la miseria l’hanno fermata. Implacabile, si aggira come un serpente insaziabile che non riesce a placare la sua fame.

Nuovi messaggi recanti la dubbia firma "Fumo" vengono ritrovati continuamente.

"Chiunque può essere un bersaglio in queste terre e, come al solito, chiunque può essere un giocatore.
Se un giocatore riesce a colpire un obiettivo, gli sarà sufficiente marchiare il corpo con un proprio segno, un effige o una firma, usate la testa! Sarà poi suo compito riuscire a contattarmi se desidera la ricompensa.
Il primo giocatore è stato riconosciuto, la prima vittima colpita, congratulazioni.

Quando la mano avrete sporcata
e di sangue e inchiostro la preda marchiata,
se sicuri siete di volermi incontrare
verso sud dovrete guardare.
Flutti di leggenda
e colori per chiunque se ne intenda,
ospite di predicatori
non come la gemella crogiolo di peccatori.
Un tempo guidata da un uomo dissoluto
che del drago ha fatto rifiuto,
un nuovo signore vanta recente,
chissà se già conosce la storia della sua gente.
Dove chi qui vi nasce racconta
del figlio del fabbro si nasconda l’onta,
mi troverete ad aspettare
prima che il gallo inizi a cantare.
Veloce dovrete riferire,
poichè il mio tempo in questo posto sta per finire,
soltanto nel quinto mese mese saprai dove sarò nuovo ad alloggiare,
se mi perdi adesso sino ad allora dovrai aspettare."

"Alla Dama che mi scrive con ardore
rispondo invece con candore.
Non è alla giustizia che mira il mio agire,
ma a liberare gli istinti di chi tanto li ha fatti assopire,
un gioco di sangue per chi si vuole arricchire
e un gioco di abilità per chi si vuole divertire.
Della mia posizione non sto facendo mistero,
mi muovo spesso ed in modo austero,
ma nelle mie rime si trova ogni informazione
ogni passo riportato con dedizione.
Se vorrete incontrarmi soltanto tra le righe legger dovrete
per scoprire mete altrimenti segrete."

Una carovana di merci si dirige verso sud.

Una colonna di carri accerchiata da guardie mercenarie guardinghe ai possibili briganti. Tutto il contrario è il mercante seduto sul carro in cima alla carovana che sbadiglia vistosamente.

‘Che noia, i viaggi sono la parte più noiosa del mio lavoro. Hei tu, guardia, come ti chiami?’
La guardia non si volta nemmeno, ma risponde.
‘Derlin.’
‘Oh bene, Derlin, raccontami qualche notizia! Avrai viaggiato in lungo e in largo’
‘Veramente sono impegnato a fare la guardia alle tue merci.’
‘Avanti, che volete che succeda a far un pò di conversazione? Ad esempio….ho sentito che vicino all’Incollatura ci sono stati degli incendi! E qualcuno dice che siano stati i piromanti.’
Derlin non risponde, ma un altra guardia più loquace si unisce alla conversazione.
‘Si, l’ho sentito anche io! Mio cugino abita da quelle parti, e mi ha raccontato che delle fiamme verdi hanno divorato la foresta e perfino il suo recinto di maiali, CON I MAIALI DENTRO!
‘Tuo cugino è un contadino ubriacone ed affamato, che si sogna i maiali arrosto!’ Un’altra guardia si aggiunge alla conversazione. ‘Anche io ho sentito degli incendi, ma non erano fiamme verdi e nemmeno piromanti! Con l’Altofuoco tuo cugino non avrebbe potuto raccontarti questa storia, perchè sarebbe bruciato prima! E poi, per quale motivo i piromanti avrebbero dovuto? No no, sarà stato qualche viandante sbadato che ha acceso un fuoco da campo sopra a delle foglie secche te lo dico io!”
Il mercante riprende parola “Oh finalmente qualcuno che ha voglia di parlare! Comunque non ho sentito di fiamme verdi, ma non credo che sia stato un incendio nato per caso. E’ stato troppo grande, ho sentito di una foresta intera in cenere. E non fa così caldo da avere una foresta piena di legna secca….oh ma guarda..siamo già arrivati!”
In lontananza è visibile una taverna, obiettivo della carovana per riposare durante il viaggio.
‘Visto Derlin? con una bella conversazione il tempo è passato in un attimo!’
Derlin alza gli occhi al cielo ‘Come dite voi’.

Secondo mese dell'anno 204 AL.

‘Mamma non ho voglia di venire al fiume!’
‘Zitto Terren! fammi lavare i vestiti di tuo padre, poi torniamo a casa’
La madre trascina il figlio riluttante mentre a fatica tiene un malloppo di panni con la mano libera
‘Dai che ci sono Cliara e Gyllis al fiume!
‘Mamma quelle sono amiche tue non mie!’
Nonostante la riluttanza, la donna riesce a trascinare il bambino fino al fiume dove le sue amiche la stavano aspettando, già impegnate a lavare dei panni.
‘Ciao Mertha! sei arrivata finalmente!’ La salutano le amiche mentre lei inizia subito a lavare.
‘Scusate il ritardo, qualcuno faceva i capricci, vero Terren?
Il bambino sbuffa mentre si mette da una parte a giocare con delle pietre, poi Martha ricomincia a parlare.
‘Quindi signore, stavate parlando di qualcosa?’
Cliara: ‘Nulla di che, mio marito si lamenta che si spacca la schiena da mattina a sera e poi a malapena viene pagato...però le tasse le deve pagare comunque!’
Gyllis:’Eh, mio marito dice che se il lord non ha voglia di stare qui, perché dovremmo starci noi? Vorrebbe risparmiare per andarsene. Ormai stiamo peggio che nei territori vicini mentre neanche troppo tempo fa eravamo l’invidia di tutti.’
Mertha:’Eh non ha tutti torti, da quant’è? 6 mesi che lord Ashford non si vede? E’ apparso solo per il funerale della moglie, povera donna, pace all’anima sua, e poi più niente, non si occupa neanche più del suo regno. Chissà che avrà di così importante da fare…’
Gyllis:’Cosa avrà da fare? E’ di nuovo scapolo! Ora può tornare ad andare a donne! E dovrà recuperare tutto il tempo in cui la Lady lo ha tenuto a bada!’
Mertha:’Quindi noi stiamo qui a spaccarci la schiena e lui paga le donnacce?...siamo messi bene… E pensare che ho sentito invece sia in combutta con gente di malaffare. I nobili alle volte non hanno proprio ritegno o decenza. Se e quando tornerà spero abbia una giustificazione da render nota, altrimenti Lord Ashford perderà quel poco di persone che ancora credono in lui.
Terren:’Mamma! come è fatto Lord Ashford?’
Le tre donne all’unisono si voltano a guardare il bambino con aria interrogativa
Terren solleva le spalle abbassando lo sguardo ‘... Non lo ricordo!’
Le tre donne cominciano a ridere fragorosamente come se fossero impazzite
‘I bambini sono davvero la voce dell’innocenza!’.

Nel mercato di Fairmarket due uomini, un ricco compratore esamina la merce di un ricco venditore, come solito da quelle parti.

“Questa pelle sembra ottima devo ammetterlo, Enrik dove l’hai presa?”
“Personalmente al nord! Ho affrontato il freddo ma ne è valsa la pena! Quelli sanno come scuoiare un animale...e non solo” Ridacchia sotto i baffi. “Non hai esattamente risposto alla mia domanda, ma immagino tu non voglia che ti rubi un fornitore ... comunque accetto il tuo prezzo, andiamo a brindare all’affare concluso?”
Enrik:”Come no! Volevo brindare con te a Evening Tree, ma non ti ho visto! Tutti i più ricchi mercanti si sono presentati e pensavo ci saresti stato anche tu, Everet.”
Everet:”Ho avuto del lavoro da sbrigare che mi ha trattenuto, ma raccontami com’era? Ho sentito che è stata bella festa”
Enrik: “Beh ti hanno mentito, perchè lo è stata di più! Evening Tree sembrava una città nuova! Ripulita e agghindata come una sposa sull’altare. Tutti gli abitanti erano partecipi e parevano persino felici….non so come dire….ho avuto proprio quella sensazione che la festa fosse ben voluta.”
Everet:”Addirittura? E dire che di solito non ti lasci andare a cosi gran complimenti’
Enrik:”Dico il vero! Senti qua, la vecchia ciabatta, Lady Pemford si è vestita bene per partecipare ed in maschera persino. La piccola Lady Aryel poi….talmente bella radiosa e felice che mi si è scaldato il cuore. Un sacco di ricchi mercanti si son presentati a farle dei doni! Io le ho donato un vestito con piume di pavone….era per mia moglie inizialmente, ma ….non volevo sfigurare.”
Everet: “Capisco, la lady sarà stata contenta.”
Enrik: “A dir poco! Correva a destra e a manca e ha ballato a perdifiato quasi ubriaca dalla felicità per i regali e per la festa in generale immagino. Insomma, per farla brava, una festa da favola, non avevo mai visto quella città così.”
Everet: “E dire che ultimamente non è che ne avessi molto sentito parlare della città e quando accadeva non era per farle complimenti, se non persino per sconsigliarla come mercato.”
Enrik:”Beh se Evening Tree continuerà su questa strada, potrei iniziare a farle visita più spesso.”


A MuddyPlow e Thorny Flower vengono trovati affissi questi manifesti.

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La dama 2.jpg

Ventesimo giorno del secondo mese dell'anno 204AL.

La Capitale si presenta agli occhi come un luogo lontano dallo splendore che la caratterizza, cupa, silenziosa, come se anche i colori fossero stati sottratti. Odori di marcio e putrido la percorrono assieme ai cerusici, ai becchini e le Sorelle del Silenzio nei loro veli grigi. Cumuli di cadaveri, uomini, donne e bambini uccisi dal morbo.
A sconvolgere le strade e i nobili delle Terre della Corona però, una morte in particolare.
Si dice che il corpo del giovane Daemon Darklyn, nipote di Lord Darklyn, sia stato ritrovato nel quartiere delle pulci senza vita. Chi lo ha ritrovato ha capito facilmente che non si trattava dell’ennesima vittima della Dama Nera ed ha velocemente informato la Guardia Cittadina.

Due armati parlano di ronda sui camminamenti di un castello.
-Un nobile in quel quartiere… chissà cosa ci faceva?
-Lavorava direi.
-Lavorava? Cosa vuoi dire?
-Beh… te l’ho detto che mio fratello minore è nelle guardie della Capitale. Mi ha raccontato qualcosa. Sai lì se la passano parecchio male, stiamo cercando di portarlo via, ma non è facile.
-Devo pregarti, pagarti o cosa perchè tu smetta di tergiversare, ad Approdo si muore e basta, ma cosa sai del Darklyn?
-A quanto pare lo hanno sgozzato, aperto la gola da parte a parte.
-Carino...
-Si sono anche firmati i colpevoli.
-Sul serio?
-Piantato nel corpo con un pugnale c’era un messaggio. “Gli occhi di Bloodraven sono mille più uno. Adesso ne ha uno in meno.” Diceva. Il ragazzo lavorava per lui ecco cosa volevo dire prima.
-E la firma?
-Non è certissimo… ma pare fosse firmata a nome della Compagnia Dorata.
-Per gli Dei!

Diciassettesimogiorno del secondo mese dell'anno 204AL.

Riva Rosa non era così vitale da anni infatti con l’arrivo del nuovo Lord Templeton, la tranquilla e religiosa cittadina è stata decisamente scossa, cosa che non avveniva ormai da anni.
In onore di Templeton e del nuovo castellano Sir Ivar, viene organizzata la grande cerimonia, un rituale che Riva Rosa compie solo in occasioni di grande importanza. La strada principale della città viene illuminata da 1000 fiaccole e da fiori rosa candido di molte specie, colori che ricordano la Fanciulla e la sua immensa purezza e castità, vengono fatte portare più di centro otri di vino e le fanciulle più belle di tutta Riva Rosa indossano abiti candidi e corone di fiori, rendendo omaggio cos’ ai Sette con le loro danze. Il Lord e il suo Castellano sono gli ospiti di punta della cerimonia ed i primi ad essere condotti al centro della via. Tutti i partecipanti, ad esclusione dell fanciulle, indossano tuniche di stoffa grezza ed umile a ricordare che di fronte ai Sette tutti sono uguali ed infimi nelle grandezza della fede; anche i calzari vengono fatti togliere così che il dolore possa avvicinarli alla fede e mondarli.
Il Septon più anziano si adopera di marchiare con l’unguento benedetto le fronti dei partecipanti, mentre tutti incedono verso il grande tempio seguiti da 14 septon, tutti assieme intonano il Canto dell’Aurora e i cittadini in corteo fanno da coro. Il pellegrinaggio dura fino all’alba, incedendo lentamente intorno al colle di Riva Rosa, fermandosi sette volte. I canti continuano anch’essi fino al mattino, senza mai essere interrotti completamente, perché questo sarebbe estremamente sgradito agli Sette e porterebbe sciagura e pestilenza sulla cittadina, da tutti è ben risaputo, già una volta uno stolto interruppe i canti nel passato e la risposta degli Dei fu quella di mandargli Lord Piper come Signore e con lui tutto ciò che è successo, quindi l’intera cittadina è piuttosto decisa nel non ripetere lo stesso errore e cittadini armati di forconi e zappe scortano il corteo lateralmente controllando coloro che si fermano senza permesso o danno segno di smetter di cantare. Al fine con il sorgere dell’Alba di fronte al grande Tempio in ginocchio di fronte alla statua della Fanciulla recitano tutti assieme la Stella a Sette Punte, per poi concludere i festeggiamenti con le otri di vino ormai benedette.
La cerimonia ha senza dubbio un grande successo dato che se ne parla per giorni e in luoghi lontani ma quello che realmente porta Riva Rosa sulla bocca di mezze Terre dei Fiumi è l’arrivo dell’ambasciatore di Lys, Hestios.
P: pensavo che adesso che il vecchio Roger è morto avrebbe lasciato i Fiumi ed invece è sempre qui, sono strani questi Essosiani non credi Gualtiero?
G: ma che ne sò io Piergiovanni, io non è che sto a guardare se c’è uno vestito bene in più o in meno, consegno la legna e mangio la zuppa, la domenica vado dal septon non mi sto mica a complicare la vita con ste cose e non dovresti farlo neanche tu, ciabattino sei e ciabattino rimani.
P; si ma.. hai visto il corteo che si è portato dietro a riva rosa, donne e uomini - abbassando la voce - quasi ignudi! sono passati tutti davanti al tempio con il bischero sotto una gonnellina e quelle donne avevano delle bocce!
G: Piergiovanni io vado al tempio la domenica per dimenticarmi di aver visto la Bettina mentre stendeva i cenci a caviglie scoperte e stai a guardà il corteo e gli omini con il brindello di forì? vatti a confessare subito sai!
P: No ma, ma io veramente era solo per sapere se l’avevi visto, sono entrati tutti assieme dalla Porta Principale, come fai a non averlo visto andiamo! una poi che aveva solo due, giuro due veli addosso si è inginocchiata davanti al Lord come regalo! Lo hanno visto tutti, tutti ne parlano.
G:Piergiovanni ti ho detto vai da septon Brenno e prega che ti faccia lavare gli occhi e la bocca con il sapone, tze.. donne a tette ignude e uomini con il brischello di fuori.. ma che sta succedendo a Riva Rosa.

Quattordicesimo giorno del secondo mese dell'anno 204AL

La giornata di lavoro per il popolo inizia con il sorgere del sole. Con esso però, in un giorno speciale, giunge per la popolazione di Stoney Sept un Dono, un dono degli Dei a detta di tutti.
Il primo a vederla è stato un bambino, corso dal padre per avvisarlo dell’arrivo di una donna lucente, che gli ha rivolto il saluto dal suo grande cavallo. Poi è stata la volta del padre. Un contadino, come coloro che, subito dopo di lui, hanno visto.
Poi è stata la volta del passaparola, chi assiste ad un miracolo non può tenerlo segreto.
E’ brevissimo il tempo necessario perchè l’intera popolazione abbandoni le proprie mansioni per recarsi nella grande piazza, il luogo in cui la prescelta dei Sette termina il suo cammino.
Lo stemma di Casa Karstark si muove sinuoso nei vessilli dei portabandiera, cavalieri in armature splendenti con il sole argentato sulle tabarde scortano una fanciulla bellissima, dai lunghi capelli biondi, vestita di bianco candido. Fiera ed elegante, Lady Alys Karstark, La Vergine dei Karstark, è giunta nei Fiumi. Ella è il simbolo della Fanciulla stessa incarnata, celebrata nel Nord, ma anche in gran parte di Westeros. Uomini e donne gettano fiori al suo passaggio, chi si inginocchia a terra, nella polvere, per inchinarsi al suo passaggio, chi si allunga, tenuto a distanza dai cavalieri, per tentare di sfiorarla. Per tutta risposta lei si avvicina ad ognuno di loro, brevemente, concede a tutti uno sguardo o un saluto. In molti piangono benedicendo la sua venuta, ringraziano gli Dei.

Si stabilisce senza esitazione, con la benedizione del nuovo padrone di casa, nella modesta tenuta padronale. Ogni mattina, all’alba si reca a pregare nel piccolo tempio che ben presto non riesce più a contenere i fedeli. Pare che ogni giorno giungano pellegrini da tutte le terre vicine per vederla, parlarle, chiederle una benedizione, o anche solo sfiorarla tra le lacrime e ognuno di loro non fa che portare la storia e la notizia della sua presenza un villaggio più lontano. Ella ogni giorno si concede ai fedeli, riservando loro parole di dolcezza e benevolenza, offrendo carezze e assistenza ai malati, ai più poveri e più sfortunati. Mai si scompone e sempre la sua presenza porta tanto scompiglio quanta adorazione.

Sulla Strada dell’Oro che dall’Ovest va all’ Altopiano due mercanti di stoffe e pellicce vengono fermati.

Guardia 1 “ Altolà... avete un permesso del Signore di Alto Giardino?”
Mercante 1: “ N..no - balbettando - mio signore questa strada è sempre stata libera, siamo... siamo usciti dalla Dogana di Fallmarsh, ci hanno detto che potevamo passare.”
Guardia 2: “ Bhe non sono aggiornati, L’Altopiano non permette più passaggi sul suo territorio che non siano approvati da Lord Tyrell o da Lord Redwyne, quindi tornate indietro e passate per Castelwood se proprio dovete, ma velocemente o sequestreremo tutta la merce, come è nostro diritto.”
Guardia 1: “ Su Joe, lasciali perdere lo vedi sono due poveracci, tornano indietro e noi non li abbiamo visti.”
Mercante 2: “ Ecco esatto noi facciamo i bravi e voi... ecco ecco prendete” Regalandogli una pelliccia rossa.
Guardia 1: “ Gli ordini sono ordini...”
I due mercanti lo supplicano mettendosi in ginocchio e la seconda guardia tira indietro l’altra cercando di farlo calmare. Ci riesce a malapena, ma fortunatamente dà il tempo ai due poveri mercanti di tornare sui loro passi ed allontanarsi velocemente.

Nessuna merce passa più per L’Altopiano se non ha un permesso e i controlli sono decisamente severi, molte sono le merci sequestrate e i mercanti messi in cella per essersi ribellati a tali trattamenti. Qualcosa ha indurito i Signori di Alto Giardino e scatenato un clima di paranoia e prepotenza.
In molti giustificano questi atti con il morbo dilagante che sta inghiottendo l’Ovest, molti sono i nobili che ne sono affetti e tra il popolo la situazione è decisamente peggiore. La grande e sfarzosa giostra indetta dalla lady Protettrice Cerissa Brax in onore del compleanno della nipote Nylla ha fatto accorrere nobili e cavalieri da ogni angolo dell’Ovest per parteciparvi, ma questo certamente ha aiutato anche il morbo a muoversi più rapidamente nel contagio. Certo i Sette vogliono punire L’ovest per qualcosa, ma questa non può essere la reale motivazione dell’embargo - dicono in molti - dato che persino tra le Rose dell’Altopiano si è sparso il morbo. Melinda Fossway, infatti, parente della Lady Protettrice e Rosa Anziana ha contratto il morbo e il panico si sta spargendo a corte, il funerale è stato fatto in fretta e furia e pochi sono i petali neri che son stati lasciati sul corpo esanime, bruciato velocemente per evitare ulteriore contagio.

L’Altopiano però non è solo ad aver chiuso ed ostacolato molte tratta, anche la Tempesta pare volersi riprendere dalla guerra subita con elevati costi nel trasporto delle merci e nei passaggi, tempi duri per i mercanti.

Ventottesimo giorno del primo mese dell'anno 204AL

Di seguito è riportato il testo dell’editto che, nelle Terre dei Fiumi, andrà ad integrarsi ufficialmente e pubblicamente alla Legge vigente in materia di successioni dal decorrere del primo giorno del secondo mese dell’anno 204AL.

La legge attuale dichiara che:
Se una lady che possiede terre e/o titoli dovesse contrarre matrimonio, indipendentemente dal quel sia lo stato sociale del consorte, questi verranno ripartiti secondo la consuetudine e la Legge dei Sette. [...]Se il marito dovesse essere di estrazione sociale inferiore, una volta contratte e validate le nozze, egli assumerà il titolo di Lord e conseguentemente si assumerà doveri ed onori che ne derivano nei confronti dei nobili e della Corona, acquisendo l’autorità che ne deriva al pari di ogni altro, sulla moglie, sul territorio, sui sudditi.
Gli eventuali figli nati da questa unione saranno preferiti nella successione.
Qualora la Lady perisse senza aver figli, tutte le terre ed i titoli saranno mantenuti di diritto dal marito.
Qualora il Lord perisse, in assenza di un discendente in età di governo egli sarà posto sotto la tutela di un tutore, altresì "reggente". Nella scelta del tutore verranno preferiti, in ordine, la moglie, i fratelli, le sorelle del Lord defunto.
La versione integrale è in possesso dei Maestri e non sarà ivi riportata.

Come già in vigore nell’Altopiano, ad essa sarà integrata ufficialmente la Regola della Corona nuziale, esclusivamente nel caso in cui vada a verificarsi l’avvento di un matrimonio tra una Lady di rango maggiore dell’uomo cui andrà ad unirsi.
Con i termini Corona nuziale si intende la firma, apposta durante o in un momento antecedente alla celebrazione del rito nuziale, di un documento che sarà reso noto su richiesta, nel quale i futuri consorti dichiarano che: una volta contratte e validate le nozze, il marito assumerà il titolo di Lord Consorte, confermando uno stato di non paritarietà. Conseguentemente terre e titoli rimarranno di proprietà della moglie che manterrà altresì doveri e onori derivanti dalla posizione nei confronti dei nobili e della Corona, nonchè l’autorità sul marito, sul territorio e sui sudditi.
Qualora la Lady perisse senza aver figli, tutte le terre ed i titoli saranno ereditati dal parente più prossimo, in ordine da preferirsi, il padre, la madre, i fratelli, le sorelle. In assenza di essi si continuerà secondo linea di discendenza consueta.
Qualora la Lady perisse, in assenza di un discendente in età di governo egli sarà posto sotto la tutela di un tutore, altresì "reggente". Nella scelta del tutore verranno preferiti, in ordine, la moglie, i fratelli, le sorelle del Lord defunto.
Suddetta firma dovrà essere apposta dagli sposi alla presenza e controfirmata da un Maestro e due Testimoni.

Qualora tale documento non venisse firmato sarà considerata valida la legge di successione ordinaria.
Tale Legge non è da considerarsi per i matrimoni già contratti, ma soltanto per quelli che avranno luogo a seguire dal decorrere del primo giorno del secondo mese dell’anno 204AL.

Maestro Howar, Maestro di Raventree Hall.
Lady Naerys Celtygar Blackwood, Lady Protettrice delle Terre dei Fiumi, Signora di Raventree Hall e Stone Hedge.

Ad ovest di Rainy Hill si trova la sede di casa Bralyson

Casata cavaliera di vecchie origini e storica vassalla di Casa Muddson di Fairmarket.

E’ calata da poco la notte e passata l’ora della cena, pochi domestici si occupano delle ultime faccende. Una giovane servitrice con un vestito chiaro scende veloce verso le cucine.

“Elly! Elly! Devo raccontarti!”
“E abbassa la voce. Entra, svelta…”
Una giovane serva delle cucine è l’ultima a trovarsi lì per terminare le faccende assegnatole quando l’altra la raggiunge.
“Allora, com’è andato il viaggio, signorina nuova serva personale di Lady Amelie? Siete state via molto più del previsto.”
“E’ stato incredibile! Il castello di Seagard è incredibile! Ha una sala da ballo immensa, ti giuro, ed è piena d’oro e arazzi. La città ha mura altissime e il porto, Elly, non ho mai visto tante navi.. e così grandi, poi!”
“E i cavalieri?”
“Certo che ne ho visti! Ho anche viaggiato in carrozza con la Lady... Fa un effetto strano allo stomaco alla lunga sai? Comunque, ci sarà tempo per i dettagli,e quanti ne ho… ma devo raccontarti una cosa che è successa!”
“Cioè!?”
“Lo hai sentito anche tu quel discorso che i nobili devono avere un foglio che dice che sono nobili e come si chiamano, la Casata insomma, quello che i signori hanno dovuto firmare. Ecco pare che non averlo sia un male… Ser Bralyson e Lady Marianney sono partiti all’alba per Seagard se ricordi, mentre io, cioè Lady Amelie è partita solo due giorni dopo. Abbiamo viaggiato per un po’, poi siamo stati fermati dai soldati della Protettrice, pare vadano in giro e pattuglino strade e confine per la sicurezza. Lady Amelie si è presentata chiedendo il libero passaggio, e loro hanno chiesto quel foglio. La Lady non lo aveva e loro hanno minacciato di arrestarla allora! Ha detto di averlo dimenticato, ma loro volevano portarla alle prigioni! Ovviamente Ser Gavin che guidava la sua scorta ha parlato per lei, ma niente. Allora ha detto che Ser Bralyson la attendeva a Seagard… e si è messa a piangere come una bambina. Pare che il loro capo le abbia concesso un favore data la giovane età. Ci hanno scortati fino a Seagard; per altro anche lì un’altra pattuglia voleva fermarla per lo stesso motivo. I soldati hanno portato Lady Amelie a braccetto fino davanti al padre, davanti a tutti! Loro hanno dovuto presentare i loro fogli e solo allora i soldati si sono messi a parlare con il Signore… Pare che dovrà pagare moltissime monete per l’errore della Lady!”
“Chissà che paura…”
“Ho sentito Ser Bralyson dire a Lady Amelie che se non si porterà il documento anche a letto da ora in poi la manderà nelle cucine… sai che bello averla qua sotto!”

Una grossa donna in umili abiti, in una piccola casa di campagna, parla con un anziano cerusico.

"Come sta?"
“Meglio di ieri… Per adesso il morso non si è infettato, potremo stare tranquilli solo tra qualche giorno ancora.” Spiega l'uomo riponendo i suoi ferri.
“Inseguirla coi cani… Non fosse stato per Jery che l'ha trovata per caso e salvata… La Lady deve essere impazzita!” Esclama la donna sedendosi pesantemente su una sedia.
“Permetta una domanda Baga. Dal momento che sto rischiando molto ad aiutarvi… Che cosa è successo?” La donna lo guarda torva.
“Ormai ci sono dentro, tanto vale sapere in cosa.”
“È arrivata una settimana fa la mia piccola Aryse, portata da Jery, sporca e con quella brutta ferita al braccio sanguinante. Il ragazzo mi ha raccontato, lei per adesso passa la maggior parte del tempo nascosta sotto le coperte. C'è stato un attentato alla Protettrice dentro al castello, pare le abbiano servito del vino avvelenato o qualcosa del genere.” Sospira.
“Nel giro di qualche giorno hanno preso tutta la servitù delle cucine… Li hanno torturati… Interrogati… Sospettava o di qualcuno delle cucine ovviamente, nessun'altra avrebbe potuto avvelenare cibo o bevande della Protettrice. Poi hanno iniziato ad ucciderli… Volevano spaventare gli altri crede il ragazzo e farli parlare. Credevo che con la morte di Lord Blackwood, che gli Dei si occupino della sua anima, certe cose non sarebbero più successe, la Lady sembrava una donna tanto buona. Deve essere successo qualcosa perchè ad un certo momento hanno smesso di uccidere, ma hanno continuato gli interrogatori. Quando hanno iniziato a prelevare le sguattere la mia Aryse è scappata in città, ma è stata inseguita coi cani. Una di quelle bestie l’ha morsa… Per fortuna Jery l’ha trovata e portata via. Scommetterei su quel che vuoi che la stanno ancora cercando.” “Dovremo farla andare lontano quando starà meglio.”
La donna so balsa. “Si, credo di sì…”
“Hanno preso Ness.” Una ragazza dai lunghi capelli neri, in abito da notte, con un braccio stretto al petto e lo sguardo basso.
“Oh, Aryse cara!”
“E’ stato per Ness che hanno smesso di... Lei…. Lei non voleva, mamma. Stava piangendo quella sera e… Mi ha parlato… Lei non voleva, ma non ha avuto scelta, per la sua famiglia… Li avrebbero uccisi se non lo avesse fatto.”
“Va tutto bene, Aryse, tranquilla… Andrà tutto bene.” Conclude la madre stringendo a sé la figlia.

Come un sussurro, un segreto sparso dai venti in ogni dove alla velocità cui solo il vento può viaggiare.

Lo hai saputo? Lo hai sentito?
Cosa?
Lady Ashford!
Scambi veloci, sussurri circospetti.
So che è stata assassinata
Già, ma qualcuno l’ha reclamata!

Un atto osceno, ripudiato come l’omicidio… ma se per esso si offre una lauta ricompensa la sua natura muta, diventando meno orribile agli occhi di molti, facendo gola ad altri, una tentazione cui può essere difficile resistere.

La lista del Passero?
Qualcuno l’ha uccisa per la lista e rivendicato come suo l’atto.
Povera ragazza, ma perchè?

Una donna molto amata morta per mano malvagia, sono in molti a preoccuparsi, a sentirsi spaventati. C’è anche chi è più pratico però.

Ma serviva un simbolo.
Magari lo aveva.
Ma come hanno fatto? Come facevano a sapere?
Hanno risolto la poesia?
...Ma è stata data la ricompensa?

Voci roche e basse, occhi vispi e rapidi, mani leste, piedi leggeri, tutti sanno che il gesto è stato reclamato, ma come sia finita, nessuno lo sa per certo.

Hanno pagato si dice 100 dragoni.
Non hanno pagato, mancavano prove.
Io ho sentito 300 dragoni lucenti, tutti in una sacca.
L’idiota è stato ucciso, mentiva, voleva approfittarsi dell’operato di qualcun’altro, ha tentato di fregare il Passero.


Ventunesimo giorno del primo mese dell'anno 204AL.

Con tale documento si annuncia l’apertura di un bando di costruzione per i territori di Volo del Falco e Lungofiume.
I canoni di partecipazione si limitano alle conoscenze dell’architettura, che sia essa civile o militare.
L’oggetto del progetto potrà essere a discrezione del costruttore.
Il progetto dovrà essere presentato presso il castello di Volo del Falco per la valutazione; se essa avrà esito positivo sovvenzioni economiche e materiali da costruzione potranno essere forniti dai forzieri del territorio stesso per il suo bene e la sua crescita.

Rotail, castellano di Volo del Falco.
Per volontà di Lord Axel Ashford, signore di Volo del Falco e Lungofiume.


Tredicesimo giorno del Primo mese dell’Anno 204AL.

Si annuncia che all’alba del decimo giorno del primo mese dell’anno corrente,
è venuta al mondo Lady Betha Syraexa Blackwood, erede del compianto Roger Blackwood e della Protettrice Lady Naerys Blackwood Celtigar.
Secondo la Legge degli Andali e per volere di Sua Maestà Aerys Targaryen, ella è la futura Protettrice dei Fiumi e Capostipide della Casata Blackwood, giunta la maggiore età.
Si invitano i Lord e i nobili di tutte le Terre dei Fiumi a renderle omaggio presso RaventreeHall.

Sir Christof di Raventree Hall, Censore dei Fiumi e delegato Reale.

Le voci a Raventreehall corrono veloci tra i corridoi freddi e cupi, la nascita di una femmina come erede di Roger ha scatenato non poco disappunto tra i nobili e non, e il continuo via vai di spasimanti e corteggiatori tra le sale della fortezza fanno ben comprendere quanto la Protettrice sia vista come una cerbiatta d’oro ad una battuta di caccia.
Dietro i ventagli e i tessuti morbidi alcune dame ciarlano, tra i pettegolezzi più seguiti spicca un nome esotico. Rajia Martell, il cavaliere Dorniano che pare abbia, per quanto involontariamente, salvato la vita alla Protettrice da un altro attentato e che quindi goda, allo sguardo di tutti, di un trattamento di cortesia da parte di ella.
T: Ha la testa tra le nuvole, è così giovane con tutto quel peso sulle spalle..
B: Anche suo padre dice che avrebbe bisogno di un uomo al fianco, il Protettore non è un affare da donne.
T: Dovrà scegliere prima o poi, il lutto non durerà per sempre e suo padre non le permetterebbe mai di rimanere senza un uomo al suo fianco, lo hai sentito no?
B: Poi è così smemorata e in confusione, se non fosse stato per quel cavaliere, avrebbe persino scordato di far assaggiare il thè alla sua assaggiatrice, sarebbe morta in maniera orribile. Certo è un attentato, ma dimostra solo la mia convinzione... Ecco perché non può stare da sola, le donne devono fare figli e se le riesce bene sono bellissimi, ma devono avere un uomo a proteggerle.


Nei borghi sperduti di Saltpans girano le voci più bizzarre e assurde talvolta,

evidentemente il popolino ama divertirsi con le dicerie per cercare di fuggire dalle disgrazie della realtà.

C: io ti dico che è ingrassata per tristezza Emerenzio, Lord Cox è morto, lei non ha un uomo ed ingrassa.
E: Clodoveo, ma secondo te si ingrassa per tristezza!!? Io sono sempre triste e sono secco come un'acciuga con le brache!
C: Nooo i poveri dimagriscono, ma i ricchi ingrassano lo sanno tutti, sono tristi e mangiano me lo ha detto il sapientone della Locanda del Geppio Sordo, dai quello che sà tutto e basta chiedergli qualcosa .. si chiama.. Googlo mi pare.
E: Quello è un vecchio ubriaco che dice cosa a caso dammi retta non può essere ingrassata per tristezza, secondo me è pregna.. quel vecchio volpone del Maestro del Conio ha fatto centro.
C: Ma stai scherzando? Quello ha centotre anni manco sta ritto secondo te gli si arrizza il batacchio? Io con la mia Yolona devo prendere tre uova e lui che si pesta la barba ha messo incinta Lady Gwen?
E: Eeee… si secondo me si.. lo dicono tutti sennò come avrebbe potuto ottenere quella carica? L’ha data al vecchio matusa per forza.
C: ma.. io continuo a sostenere che sia triste e basta, secondo me è molto più probabile.

Terzo giorno del primo mese dell'anno 204AL.

Per volere di Sua Maestà il Re Aerys Targaryen, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signore dei Sette Regni e Protettore del Reame, viene resa pubblica nelle Terre dei Fiumi la pena riservata a Lord Axell Ashford e Lord Nathan Sungarde per il reato di aver infranto la Pace del Re. Dall’alto della generosità di Sua Maestà, la pena ordinaria di morte è stata commutata in virtù delle attenuanti presentate e dell’incerta situazione. Di seguito quanto annunciato:
-Se i suddetti saranno colti nel trasgredire nuovamente alla Legge verrà dato ordine e libertà di azione all'autorità locale di procedere all’esecuzione della giustizia ordinaria seduta stante. Nell’avverarsi di tale eventualità, la prole del colpevole sarà diseredata; sarà loro concesso di mantenere il nome e lo stato di nobiltà, ma averi e territori avranno un nuovo padrone.
-L’obbligo al pagamento di una ammenda di 50 dragoni d'oro per ogni uomo condotto sotto le mura di Raventree Hall, da pagare entro il quindicesimo giorno del secondo mese dell'anno venturo.
-I nobili Lady Aliska Manning e Ser Nikolaj Manning si recheranno presso i territori, rispettivamente, di Volo del Falco e Thorny Flowers con il ruolo di ispettori dell’operato dei suddetti.
-Il secondogenito dei suddetti sarà destinato ad Approdo del Re perché possa diventare parte del seguito Reale e dalla Corona addestrato.

Così è stato deciso.

Ser Brynden Rivers,
Primo Cavaliere del Re.

Anno 203AL.

Ventottesimo giorno del dodicesimo mese dell'anno 203AL

In una taverna fuori Antlers, il popolo parla preoccupato.
F: “Bastardi Essosiani! Prima vengono qui pensando di fare i padroni, incolpando i nostri nobili di omicidio, ma i veri assassini sono loro!”
D:“Fader di cosa stai parlando!?”
F: “Di cosa sto parlando, eh?! Di chi pensi sia la colpa della morte della nostra Regina?!”
“Degli Essosiani....?” Interviene un altro.
F:“Esatto!”
D: “Tu sei fuori…” Riprende il primo osservando il fondo del boccale vuoto
F: “Da quando non vai nella Capitale?”
D: “Da quando rischi di essere contagiato ad ogni passo, tu che dici? Mica voglio morire male come quelli là!”
F:”E allora non pretendere di sapere! Io c’ero ai Funerali! Ci sono andato morbo o no. Ho parlato con Horst, del mercato centrale, lui le sa le cose e ha detto che tutti danno la colpa agli essosiani venuti per il Protettore dei Fiumi. Non possono fargli niente per ora pare, ma... “ Abbassa la voce. “Si dice che anche il Re ce l’abbia con gli ambasciatori, che lo abbiano persino sentito accusarli. “
“Ma sai che potrebbe avere ragione?” Picchiettando sul tavolo i pugni in modo vagamente ritmico, Modd intervien.
F: “Ovvio che ho ragione!”
Dopo aver lanciato un’occhiataccia degna di una principessa che guarda una pozza di fango al compagno Fader.
M: “Dicevo… Potrebbe non avere tutti torti. Ho fatto consegnare delle merci al porto perchè fossero mandate a sud e il garzone mi ha raccontato una storia strana. Una nave è partita, di quelle essosiane, ma altre paiono aver avuto problemi. Sui moli non si parla di altro. Cioè una nave che ha un guasto capita, i costruttori dell’est potrebbero pure non essere un gran che come il loro nocchieri, ma che ben tre di fila scoprano guasti, problemi al carico o a membri della ciurma che li fermano… è strano. O qualcuno ci ha messo lo zampino o Bloodraven gli ha fatto il malocchio.”
F: “Ecco vedi! Niente malocchio, pesce superstizioso, hanno ordinato di non farli partire, aspetta un po’ e quelle navi affonderanno anche! ”
D: “Secondo me vi fate infinocchiare dalle favole. Se il Re volesse potrebbe giustiziarli tutti e fine della storia.”
M: “Mah… io hosentito che sia talmente triste da essersi rinchiuso ed ignorare tutto…”


Per la prima volta nei Fiumi si legge di un luogo di ritrovo per artisti e la voce si diffonde in fretta, i manifesti passano di mano in mano.

Udite! Udite! All’attenzione di lorsignori!
Il mio richiamo è rivolto a tutti coloro che, amanti della musica, della poesia e di ogni tipo di storia, hanno fatto di un'Arte la loro umile professione e ragion di vita.
Le Terre dei Fiumi hanno bisogno di noi e del nostro operato!
Dopo cotanta distruzione, morbi terribili e spargimenti di sangue in così grandi guerre, dopo che molti mariti hanno seguito i Lord nell'onore senza far mai ritorno, quando anche le terre sono diventate più ardue da coltivare, macchiate dal sangue di vittime innocenti, finito il tempo del cordoglio per le povere anime è ordunque giunto il momento di alzarci e fare la nostra parte!
La poesia è ovunque, dobbiamo soltanto mostrarla di nuovo.
In tempo di pace i nostri nobili signori si stanno occupando di ricostruire case e campi, ma allo stesso modo anche noi Bardi, Cantori e Menestrelli dobbiam fare la nostra parte, riportando gioia e allegria in ogni taverna, palazzo, piazza e città, raccontando l’accaduto come cruda realtà, l’emozionante mito e la favolistica leggenda.
Quello che ci è affidato è compito arduo, in grado di provare l’anima se ognuno di noi agisce da solo, ma unendoci tutti in un unica Famiglia tutto questo sarà finalmente a portata della penna di ognuno di noi. Quindi rimbocchiamoci le maniche, tendiamo le nostre corde e lucidiamo i nostri strumenti musicali. Non conosceremo stanchezza o lamentela alcuna, ma solo canti, melodie e strofe che nessuno ha mai avuto il piacer di udire. E come i soldati hanno il loro Lord da seguire, anche noi possiamo avere una musa che ci guidi nell’arduo cammino. Codesta musa è la Lady più bella e più suadente che abbia mai avuto l’onore di accompagnare, una donna, nobile d’animo e di sangue, che si sia prodigata per organizzarci balli, cerimonie e feste come difficilmente se ne vedono altrove, in cui possiamo esser protagonisti ed esibire i nostri talenti, nelle quali possiamo ottenere incredibili ingaggi.
Tutti i colorati artisti, cantastorie e musici, tutti i nuovi talenti ed i più abili ed esperti, senza limiti di età, che vogliano tentare di intraprendere questa fantastica avventura con me, sono invitati il giorno 25 del dodicesimo mese a FogBeach per partecipare alla più grande festa mai organizzata da Lady Dhyan Pomminghan. Qui ognuno di noi dovrà dare il meglio di sè per incantare, ed esser scelto dal nostro comandante, al fine di divenire anch’egli araldo di questa neonata "battaglia". Non abbiate timore alcuno, il mondo attende gli audaci!

Astris l’usignolo
Per volontà di
Lady Dhyan Pommingham.

Una carovana di mercanti si allontana da Volo del Falco dopo l'ennesimo controllo da parte dei soldati BlackWood.

"Per i sette, abbiamo.perso mezza giornata per qualche di questi tipi! Già che c'erano potevano guardarmi nelle braghe !"
"E che ci potevano trovare? Quello che le dovrebbe riempire non lo tiene tua moglie sotto il letto?"
"Fottiti Tom! "
"Red calmati! Fanno il loro lavoro! Almeno in futuro non ci saranno ruberie di basiti o simili con controlli così!" Tom prorompe in una risata Red:"Che cazzo hai da ridere?
Tom:"M se c'è gente che li prende per il culo fingendosi loro con soldi presi chissà dove....sisi ci terranno proprio al sicuro!"
Red:"Che? Ma di che parli?"
Tom:"Ma come non lo sai? Cos’è da te non si parla d'altro che delle ricche puttane di Pink Maiden?"
Red:" E di che altro dovremmo parlare? Spiegati meglio o vattene.”
Tom:" Da quel che si dice, c'è un gruppo di balordi che si definiscono 'soldati BlackWood' che da qualche giorno è arrivata a Blue Fortress, vanno nei bordelli con uno scrigno PIENO- allargando le mani per appesantire le parole- di monete e gioielli di ogni tipo! Vanno raccontando che glieli ha dati Lord Ashford per fare la ronda. Buttano una manciata di Dragoni e si prendono un intero bordello per tutto il giorno! Questo passando di bordello in bordello. Ora le puttane lungo tutta la Forca Verde vanno in giro con anelli d'oro e collane di rubini!"
Red:"Sarà....a me sembra una vera stron-"
Tom:"No è vero!!! Ho parlato con uno che li ha visti! Addirittura dice che secondo lui sono pirati."
Red:"Non erano soldati BlackWood?"
Tom:" Ma mi ascolti? Dicono di essere soldati BlackWood, ma li hai mai visti loro andare in giro a far casino nei bordelli? Poi quest'uomo mi ha detto che parlano spesso di mare e di 'donne e sale'"
Red:"Quindi delle Isole!"
Tom:"Già....pirati con un buon bottino direi, altro che!"
Red:"Si, ma si seccheranno così lontano dal mare! C'é da dire che...per essere pirati....almeno loro i soldi li portano, invece che farci perdere le giornate dietro i controlli, come i nostri cari soldati"


Nelle bacheche di alcune taverne di Lago Pescoso, Wendish Town, Muddy Plow,e molte altre,

vengono ritrovati tra la curiosità di tutti una serie di manifesti riportanti il medesimo testo.

"Spero che non vi siate annoiati in mia assenza.
Finalmente il gioco del Passero è tornato, anche se ora andrò ad apporre la mia vera firma.
Ma attenzione, perché le regole del gioco sono cambiate!
Da ora in poi non esisterà più soltanto una lista, limitante e priva di fantasia, chiunque può essere un bersaglio in queste terre e, come al solito, chiunque può essere un giocatore. Sarò io a valutare il valore di un bersaglio per pregio del nome e abilità dell’esecuzione del giocatore.

Ma come potete giocare? Vi chiederete.
Mai cosa fu tanto semplice!
Se un giocatore riesce a colpire un obiettivo, gli sarà sufficiente marchiare il corpo con un proprio segno, un effige o una firma, usate la testa! Sarà poi suo compito riuscire a contattarmi e svelare la proprietà del marchio. Soltanto allora saprà il valore del suo bersaglio e dell'esecuzione portata a termine, valore premio che potrà essere riscosso in denaro per i più avari o in un favore di egual valore per i più coraggiosi, per coloro che più degli altri amano giocare.

Quando la mano avrete sporcata
e di sangue e inchiostro la preda marchiata,
se sicuri siete di volermi incontrare
non per timore o imbarazzo lo sguardo dovete abbassare,
ma per ardore e determinazione
con mente arguta e senza esitazione
balzate come solo i bambini osano fare
e metà destinazione potrete osservare.
Vello di lupo e strumento di artista,
tra il bianco ed il nero poserai la vista
per completare la lettura
del mistero scritto su questa carta impura.
Dove andare non è più un mistero
se la tua casa conosci davvero.
Veloce devi riferire,
poichè il mio tempo in questo posto sta per finire,
soltanto tra un mese saprai dove sarò nuovo ad alloggiare,
se mi perdi sino ad allora dovrai aspettare.

L'invito è stato ricevuto.
Il gioco è stato spiegato.
CHE IL DIVERTIMENTO INIZI!"
Fumo.


Giorno 22 dell’undicesimo mese dell’anno 203 AL

La pioggia non accenna a dar pace ad una città in lutto. La maggior parte delle candele sono già spente la sera dopo i funerali della Lady, quando una delle guardie avvista un uomo a cavallo dirigersi verso la città nonostante l’oscurità a fatica spezzata dalle torce coperte del cancello di ingresso principale. In pochi istanti viene data l’allerta e le guardie, lontane dalla porta per ripararsi dalle intemperie, si posizionano per intercettarlo. Bastano parole veloci perchè venga lasciato passare, seppur accompagnato, diretto verso il castello. In pochi lo vedono, ma chiunque lo vede non può far a meno di svegliare o chiamare la moglie o il marito, perchè bastano poche luci a mettere in evidenza il drago rosso del Re sulla barda della cavalcatura. Molte luci vengono accese nel castello nel tempo seguente e lo rimangono per quasi tutta la notte.
E’ un’alba uggiosa quella che segue, quella in cui gli stendardi di casa Ashford vengono nuovamente tolti dalle mura e i loro compagni neri tornano ad essere soli.
Soltanto a metà della mattinata viene pubblicamente svelato il motivo. Diversi banditori leggono per la città quanto segue:
“Sua Maestà, Re Aerys Targaryen, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signore dei Sette Regni e Protettore del Reame proclama un mese di lutto completo per la prematura ed improvvisa scomparsa della adorata Regina Madre, la Regina Myriah Martell.
In questo mese dovranno svolgersi celebrazioni commemorative in nessuno dei Sette Regni, non potranno celebrarsi matrimoni o feste di alcun genere se non religiose e la nobiltà è invitata a portare in nero come segno di rispetto.
I Funerali si svolgeranno nel trentesimo giorno dell’undicesimo mese dell’anno 203 AL nel Tempio di Baelor nella Capitale; tutti i nobili ed in particolare i Lord Protettori sono invitati a presenziare alle celebrazioni.
Gran Maestro Illifer”

Giorno 20 dell’undicesimo mese dell’anno 203 AL

L’umore a Volo del Falco è pesante; il sole è alto, ma l’aria della mattina è gelida, le nuvole si muovono veloci verso nord e un vento leggero spazza le strade. Drappi e arazzi neri che adornano le mura esterne del palazzo dei Signori del territorio, visibili da lontano, in alto, da soli sulla grande collina al centro della città si arricciano come rifiutandosi di assolvere al loro ruolo.
Fuori dalle porte del palazzo, una piccola folla in abiti scuri si è riunita, una ventina di soldati con le insegne di Casa Frey assieme alle guardie cittadine sorvegliano la situazione.
Al solo suono delle vesti mosse dal vento, senza preavviso, le grandi porte vengono spalancate da soldati in alta uniforme riportante il sole e i colori di casa Ashford. Sette Sorelle del Silenzio, grigie e dal capo chino, come evitate anche dal vento, circondano muovendosi a passo lento quattro soldati che sulle spalle reggono un feretro dalle elegantissime sfumature e venature rossicce, intarsiato di minuscole rifiniture dorate floreali. Accompagnati dai soldati e la popolazione che lì si era radunata, si dirigono al tempio. Qualcuno lancia petali di fiori bianchi sulla strada che subito vengono trascinati in aria come profumati fiocchi di neve che li accompagnano fin quasi alle porte del tempio. All’interno, con reverenza, al solo suono del canto delle Septe, il feretro della signora della città, Lady Clary Ashford, viene posto al centro della sala. Su un palco semplicemente allestito alla destra dell’altare posto vicino alla statua del Padre si trovano Lord Ethan Terrick, dal volto scuro e tirato, e Lady Larissa Hammel, in lacrime, assieme ai figli Lambert e Kaegan; dietro di loro Lady Evelyn Sungarde, Lady Miryah Frey Baratheon, con il bambino neonato stretto tra le braccia, e Lord Lamberth Baratheon. Di fianco, su uno scranno, si trova la Lady Protettrice Naerys Blackwood, con un abito nero e gli occhi bassi, e di fronte a lei, sedute compostamente, si trovano le figlie Rhae, capelli chiarissimi e occhi lilla, e Dhalya, capelli scuri, all'opposto della sorella minore, con un solo ciuffo quasi bianco e occhi viola scuro.
In piedi, vicino al palco, si trovano Lord Axel Ashford e Lord Nathan Sungarde tenuti vicino da uomini con le insegne della Corona.
Soltanto i nobili sono presenti nel tempio per la cerimonia della mattina. La voce del septon esordisce solenne, pregando, ed invitando i presenti ad unirsi a lui, il Padre perchè giudichi giustamente la donna, figlia, sorella. La luce si attenua pian piano, oscurata da nuvole scure. Un tuono interrompe la litania del Septon e per un momento, le grida del piccolo Orys, si uniscono singhiozzi di Lady Larissa che accompagnano costantemente la preghiera. Quando la cerimonia finisce ormai la pioggia si abbatte contro le vetrate.
Lady Larissa si precipita al fianco del corpo dell’unica figlia, ignorando chiunque altro e scoppiando in un pianto disperato inginocchiata a terra. Lord Ethan, invece, si sofferma di fronte al signore della città. Gli occhi non esprimono altro che dolore, le occhiaie gli segnano il volto e le sue parole risuonano chiare nella sala quando si rivolge all’uomo che aveva promesso di stare al fianco della figlia. “Ashford… Sono sicuro che sia stata colpa tua… Tu… ce l’hai portata via… Clary...Saprò cosa le è successo, fosse l’ultima cosa che faccio!” Si allontana poi per portarsi al fianco della moglie. Sono Ser Lambert e Kaegan Terrick ad impedire all’uomo ulteriori tentativi di dialogo.
Le preghiere aperte al popolo vengono celebrate nel pomeriggio, costantemente vegliate dai genitori della ragazza; il tempio è gremito di persone desiderose di porgere omaggio a quella che era diventata in breve tempo la loro amata signora.
Nonostante la pioggia battente, al termine delle cerimonie, le Sorelle del Silenzio accompagnano il feretro ad una carrozza ad esso dedicata così che il corpo della Lady sia riportato, sotto la loro custodia, a Bosco Verde. A Volo del Falco, invece, nel mausoleo dei signori della città, sarà creata una statua raffigurante Lady Clary, ma per adesso, al suo posto, si trova una targa con un’incisione e una piccola, ma dettagliatissima rosa fatta creare appositamente in memoria dell’amica da Lady Frey Baratheon e Lady Evelyn Sungarde.

Messaggio Lady Martell

Meggaggio martell.jpg

Spesso, viene ritrovato affisso dalle guardie, il seguente manifesto.

Secondo l’editto reso pubblico da Lord Bardford Darry, Signore della Guerra, nel giorno 28 del settimo mese dell’anno 203 AL, per l'addestramento dei popolani alla difesa personale, viene di seguito riportato il contributo dato dai nobili delle Terre dei Fiumi che fino ad ora hanno risposto al suddetto editto.

Lord Bradford Darry, signore di Castle Darry: 200 MO, 50 uomini tra ufficiali, addestratori e contabili divisi tra i territori dei nobili che hanno risposto all’editto, messa a disposizione di equipaggiamento vestiario da combattimento per 300 uomini. 500 uomini in addestramento verificati.

Lady Naerys Blackwood, signora di : 150 MO, messa a disposizione di attrezzature da addestramento per 200 uomini. 300 uomini in addestramento verificati.

Lady Mirya Frey e Lord Consorte Lamberth Baratheon, Signori delle torri Gemelle: 100 MO, messa a disposizione di attrezzature da addestramento per 200 uomini. 200 uomini in addestramento verificati.

Lord Byron Arryn, Signore di Delta delle Acque: 100MO, messa a disposizione di attrezzature per l’addestramento di 100 uomini. 200 uomini in addestramento verificati.

Lord Roose Mooton, Signore di Maidenpool: 20 soldati esperti, messa a disposizione di attrezzature da addestramento per 200 uomini. 150 uomini in addestramento verificati.

Lord Samwell Muddson, signore di Fairmarket: 50 MO, 20 carri di vettovaglie dedicati inviati in altri territori. 150 uomini in addestramento verificati.

Lord Jasper Roote, Signore di Maidenpool: 30 MO, 30 soldati esperti a disposizione dell’ufficiale inviato da Lord Darry. 200 uomini in addestramento verificati.

Lord Nathan Grell, signore di Grell: 8 carri di vettovaglie dedicati inviati nei territori vicini, messa a disposizione di qualche attrezzatura da allenamento. 50 uomini in addestramento verificati.

Lord Edgar Vance, signore di Wayfarer's Rest: 5 carri di vettovaglie dedicati inviati nei territori vicini, messa a disposizione di armi da addestramento per 40 uomini. 20 uomini in addestramento verificati.

Lord Rylon Wayn, Signore di Blue Fortress: 1 addestratore e 30 uomini in addestramento verificati.

Ser Ferdinand Darryhold, Signore di Muddy Plow: 5 carri di vettovaglie dedicati nei territori di Castel Darry. 25 uomini in addestramento verificati.

Ser Darrek Fisher,
ufficiale colonnello delle truppe di Castel Darry,
responsabile del controllo e della gestione di uomini e attrezzature totali.

Storie e leggende accompagnano le leggi di pari passo nella mente di gran parte della popolazione

e, spesso, quando accadono vicende particolari, riemergono vecchi racconti o forse nascono ne nascono di nuovi.

“Nel luogo in cui ora sorge la locanda della Quercia Bucata gestita dal povero Tood, al tempo del nonno di mio nonno si trovava un albero grandissimo, con rami lunghi e forti. Ad esso la nostra casa deve il suo nome. Sia nei mesi più caldi che quelli più freddi, sull’albero stavano appese foglie verdi e corpi morti. Quando era un Lord Charlton a governare Lungofiume, quell’albero sulla strada era il posto designato alle esecuzioni delle pene di morte per impiccagione. Al tempo del padre di mio nonno però, l’albero fu abbattuto per far posto alla costruzione della locanda e, forse per comodità o forse per stupidità, proprio il legno ricavato dalla pianta fu utilizzato per creare gran parte delle assi della costruzione. Gli Dei non hanno ben accolto l’accaduto ed il posto è stato maledetto.
Fin dall’apertura della locanda, chi vi lavora non può sopravvivere a lungo o, se ha la fortuna di sopravvivere, restare illeso.
C’è stato il signor Holder, forse si chiamava, uno dei primi proprietari che perse la vita a causa di una trave mal fissata, che cedette proprio mentre il pover’uomo passava sotto di essa con un sacco di farina. Qualche anno dopo ci furono Ermen e la sua famiglia. L’uomo fu visto un giorno fuggire verso il fiume gridando di essere inseguito da un gigante; il suo corpo senza vita fu trovato più a valle non meno di tre giorni dopo. Nessuno ha idea di quel che sia successo, ma la moglie ha avuto la coscienza di andarsene e portare con sé i bambini.
Qualche anno fa, invece, ci fu Killian, uno straniero, ma un uomo sempre allegro che riaprì la locanda dopo quasi dieci anni di chiusura; per lui lavoravano i tre figli del guardiaboschi e all’epoca capovillaggio Leon e sembrava andare tutto bene. Ebbero la fortuna di lavorare lì per un bel po’, ma non riuscirono a sfuggire alla maledizione. Li colpì quando i nobili decisero di usare la locanda di Collequercia come luogo di ritrovo per un qualche motivo a noi sconosciuto. In soli due giorni, tutti quanti persero la vita ed il capovillaggio la ragione.
Ed ora il povero Tood, anche lui era uno straniero, un uomo coraggioso, rimasto nonostante la tragica scomparsa della moglie. Considerato quel che gli è successo forse avrebbe fatto meglio ad andarsene anche lui, privo delle mani non potrà più far molto.”

“Certo Zyre, anche io so di Killian e Tood, ma il resto te lo sei appena inventato di sana pianta!”

“Assolutamente no, che gli Dei mi siano testimoni, avevo solo dimenticato questa storia, ero un bambino quando mia madre me ne parlò. Con quel che è successo mi è tornata in mente. Sono sicuro che se chiedi qualcun altro la conosce!”

I piccoli villaggi solitamente vengono considerati luoghi tranquilli

e per alcuni versi noiosi poiché non sono molti gli avvenimenti importanti che vi accadono. Questo non si può più dire di un piccolo villaggio ad est di Lungofiume che in pochi giorni non solo ha visto il passaggio di due personalità importanti, ma anche il compimento di un terribile atto. La notte tra il diciannovesimo e il ventesimo giorno iniziò notte come tutte le altre, il cielo era limpido e la luna era l’unica fonte luminosa, chiara in modo inquietante. Questa calma, che normalmente perdura fino al rintocco del mattino delle campane del piccolo tempio dedicato ai Sette, viene interrotta da un urlo straziante.
Tutti nel villaggio sobbalzano nei letti e si svegliano spaventati, i bambini piangono e gli uomini escono in strada con torce ed armi di fortuna, ma soltanto in pochi si avvicinano al luogo di provenienza di questo terribile suono. La visione che si trovano davanti è qualcosa che incrinerebbe l’animo anche al più audace degli uomini. Vors il boscaiolo non riesce neanche ad oltrepassare la soglia dell’abitazione del cerusico del villaggio una volta spalancata la porta, dovendosi allontanare in fretta.
Il sangue scivola denso a circondare le candele, restituendo l’immagine delle fiammelle di un colore scuro su un mare rosso. La stanza è un luogo spettrale alla penombra delle flebili lucine e la spada corta, amabilmente poggiata al fianco della candela più in alto, assume tonalità scarlatte. Il liquido si espande fin quasi alla porta creando tracce come se qualcosa strisciando a terra lo avesse trascinato con sè. Da esse come vivo si allontana a macchiare l’unico tappeto, un pezzo di stoffa vicino ad una credenza che assume un colore cremisi.

“E’ stato il vecchio Brome, che una volta faceva il soldato, quindi di sangue ne ha visto, ad entrare per primo… Io l’ho saputo il giorno successivo, sai ho il sonno pesante.”

“Ma che era successo??”

“I pochi mobili della stanza principale erano stati spostati per liberare il centro, molti dei vasetti con le erbe erano a terra distrutti e nel mezzo... Tylar era morto. Brome ha detto che il suo corpo senza vita era completamente nudo al centro di sette candele ed un lago di sangue. Beh non credo che un uomo abbia tanto sangue in corpo... Aveva occhi aperti e opachi, come se negli ultimi istanti avesse visto lo Sconosciuto in persona, descrivevano il terrore ha detto…” Le mani dell’uomo che racconta tremano, vengono stropicciate. “E poi il resto del corpo, era tutto pulito, tutto fermo sdraiato come se dormisse… ma aveva una ferita sulla destra dell’addome.”

“E’ stato accoltellato? Magari volevano vendicarsi di-”

“Magari… no… aveva un buco, come se gli avessero strappato qualcosa. Sempre Brome dice che lì doveva esserci il fegato al posto del buco, ma non è un cerusico, quindi magari si sbaglia.”

“Per gli Dei! Ma è una cosa orribile! Avete chiamato le guardie? Sapete chi può essere stato l’infame?”

“Già… talmente orribile che anche Brome, finchè non l’ha sentita parlare, non si è accorto che nell’angolo, rannicchiata dietro la porta, ci fosse Alina, l’allieva di Tylar… ripeteva come fosse una litania a chiunque gli chiedesse cosa fosse successo, dice che è stato un mostro dalla faccia priva fattezza il colpevole, ondeggiante e con ali nere. Questa è stata l’unica testimonianza che la donna è riuscita a riferire anche alle guardie ben tre giorni dopo. Sai… non credo tornerà normale tanto presto.”

Giorno 15 dell’undicesimo mese dell’anno 203 AL

Io, Lady Gwen Hornwood Cox, Signora reggente di Saltpans e della Locanda dell’uomo inginocchiato, Signora di Bosco di Corvo,
nella veste, vista la mia recente nomina, di Esattrice delle Tasse della Corona per i Nobili Minori delle Terre dei Fiumi esigo da tutti i nobili minori che mi venga recapitata il più presto possibile tutta la documentazione relativa alle rendite dei territori da voi amministrati, corredata da un rendiconto sull’ammontare delle tasse pagate, a partire dal primo mese dell’anno passato.
I trasgressori verranno puniti con un’ammenda da 50 a 100 dragoni d’oro in relazione ai territori da loro amministrati.

Certa della vostra solerzia,
Lady Gwen Hornwood Cox, Signora reggente di Saltpans e della Locanda dell’uomo inginocchiato, Signora di Bosco di Corvo, Esattrice delle Tasse della Corona per i Nobili Minori delle Terre dei Fiumi

Un piccolo villaggio a est di Lungofiume

ha visto quel che per molto tempo sarà considerato un miracolo, una azione della provvidenza divina.

Il morbo si sta ormai diffondendo persino tanto a nord e per quanto sporadici i casi, non sono più negabili. Già l’intera famiglia di Ghertod il fabbro risulta ammalata, lui,la moglie, e tutti e tre i figli. Ormai, probabilmente, sarebbero bastati pochi mesi prima che il morbo distruggesse il posto e persino l’unico cerusico del villaggio si rifiutava di curare le vittime, perchè troppo impaurito dal morbo.
“Cosa volete che ci faccia io! Nemmeno il tizio dell’Accademia sapeva cosa fare, quando è venuto ha detto solo di stare attenti ed isolare gli ammalati. Beh è quello che vi ho detto di fare e non sarò io ad avvicinarmi. Non voglio mica morire giovane, io!” E’ il discorso ricorrente che l’uomo grida da dietro la porta chiusa di casa sua a chiunque si recchi da lui, anche solo con una tosse, da quando la notizia del morbo è giunta alle sue orecchie.
Il tredicesimo giorno dell’undicesimo mese, la piccola Abbyl, la figlia minore del fabbro, è guarita.

“Sono arrivati quasi assieme, un uomo di nome Gregory che si è presentato come Cerusico Reale addirittura. Sono sincero, all’inizio nessuno gli credeva, come facevo a sapere cosa c’era scritto nel foglio che sventolava tanto fiero?! Poi è arrivato Ulfer e ha spiegato, l’ha fatta facile lui, fa il birraio, ma sa sia leggere che fare di conto… e come se ne vanta! Bah insomma in quel foglio c’era scritto davvero che veniva da Approdo del Re. Ha preso ed è andato diretto Ghertod, cioè dopo che gli abbiamo fatto vedere dove era casa sua, mica come quel coniglio vigliacco di Tylar, chiuso nella sua casetta ad affumicarsi con le erbe curative… E poi, nemmeno un ora dopo, è arrivato un altro nobile! Un alchimista del nord questa volta, uno vestito di grigio e pellicce, di quelli delle paludi. Anche lui come quello prima è andato diretto alla casa di Ghertod. Ne sono usciti dopo un bel po’ dicendo di voler visitare chi era stato vicino alla casa e alla bottega del fabbro. Hanno iniziato a far bere cure e uno strano intruglio dicendo che era contro il morbo, anche se noi altri non eravamo malati… qualcuno aveva un po’ di tosse, ma niente di strano.”

“Si, ma alla fine come è andata?”

“Oh, sia l’alchimista che il cerusico sono rimasti per un po’ nel villaggio, brave persone… Nel giro di qualche giorno, prima Abbyl, la figlia minore, poi la moglie e uno dei figli maschi sono guarite del tutto, sani come se non fosse successo niente. Per gli altri, nonostante le continue cure, non c’è stato niente da fare dicono. Sono morti il sesto giorno dalla cosiddetta cura.”

Dopo aver salvato chi potevano, i due si sono allontanati, separati, prendendo vie differenti.

In diversi luoghi viene ritrovato tale annuncio.

Si avvisa che il Giorno 10 ed 11 dell'undicesimo mese dell’anno 203 AL,
presso Collequercia, si terranno lezioni di alchimia dirette dall'Alchimista Jahan della nobile casata Gargalen e dalla sua assistente Lilian. Queste saranno così divise:

Giorno 10 ad un quarto dalla terza ora del pomeriggio, durata 30 minuti: ntroduzione all'Alchimia. Il prezzo per la partecipazione è di un argento, previo colloquio.
Giorno 10 ad un quarto dalla quarta ora del pomeriggio, durata 30 minuti: l'Alchimia della Vita, la Via Bianca. Per la partecipazione all'evento è necessaria previa comprensione della materia e colloquio con il maestro.
Giorno 11 trenza minuti dopo la seconda ora del pomeriggio, durata 30 minuti: le Mille proprietà del Timo, discussione sul reagente e spiegazione dei suoi usi per la preparazione di pozioni. Per la partecipazione all'evento è necessaria previa comprensione della materia.

Per prezzi ed informazioni è possibile rivolgersi direttamente al bancone nel giorno e luogo sopra indicati.


In molti luoghi vengono affissi messaggi.

In occasione del concilio di Collequercia, il rinomato Alambicco d'Oro è lieto d'invitare, chiunque fosse interessato, ad ascoltare una breve lezione sui progressi conseguiti fino ad oggi, nel campo dell'alchimia, da parte dei nostri affiliati.
Sarà annessa una semplice dimostrazione a riprova di quanto discusso, giacché chiunque si ritenga incuriosito dagli insegnamenti della gilda possa avere risposta.

Gillis e Denton, apprendisti alchimisti presso l'Alambicco d'Oro

Un gruppo di uomini cavalca sulla strada vicino Atranta, diretto a nord lungo una strada secondaria.

“Ti dirò, non mi dispiace affatto allontanarmi dalla Capitale, soprattutto in questo momento.”
Un piccolo gagliardetto rosso raffigurante la testa di un montone dalle corna dorate ondeggia appeso assieme alle borse da sella del cavaliere.

“La Dama Nera sta facendo più vittime tra i popolani di quanti ne fa la guerra tra i soldati in effetti.”
Replica l’altro.

“Sai una cosa Fabiar… non mi stavo riferendo a quello. Cioè si, ovviamente conta, però…”
Abbassa la voce avvicinando la testa a quella del compagno. “Sai, si dice che il Re ultimamente sia facile alla collera…” si guarda intorno, cercando di non farsi udire dagli altri “...ed alle decisioni definitive che ne conseguono per tutti quelli che gli stanno vicini. Si dice che la sorte di chi gli si presenta dipenda soltanto dall’umore del Re.”

“Beh, ho visto diversi cerusici e nobili giustiziati. Ammetto di non aver sempre apprezzato, se così si può dire, le accuse. In effetti le ultime erano un po’ eccessive credo, ma-”
Viene interrotto.

“Ci fermiamo qui per la notte. Smontate e preparate il campo!”
Ordina il cavaliere a tutto il gruppo.

Di fronte al fuoco della sera, terminati i compiti assegnati il discorso tra i due riprende.

“Ti dissi prima di partire che sarei andato a… salutare… la signorina dai capelli d’ebano, no?”

“Già.. sì, ricordo Edam. Ma dimmi, capelli d’ebano era quella delle cucine o l’ancella? Non è facile starti dietro su queste cose...”

“Ma per chi mi prendi? Con Amarda è tutto finito, divertente, ma finito. Una sguattera non fa per me… sto parlando dell’ancella, ovviamente.”

“...Sì, certo. Insomma, arriva al punto?”

“Il punto è che non è un’ancella qualsiasi, serve nelle stanze reali. Mi ha raccontato cosa è successo tre giorni fa.” Esordisce attizzando il fuoco. “Lei e delle sue compagne sono state mandate nelle stanze del re in persona. Dovevano portare cibo e bevande per Sua Maestà, ma quando sono arrivate hanno sentito delle grida venire dall’interno e le guardie alla porta avevano l’ordine di non far entrare nessuno...”

“Hanno origliato..?”

“Mi ha detto che le grida del Re erano difficilmente ignorabili, vista la quantità di servi fatti giustiziare di recente. Ovviamente non hanno osato far niente e ti dirò… avrei fatto lo stesso.”

“E quindi?”

“Sua Maestà stava litigando pesantemente con la Regina Madre. Pare che stesse cercando di dissuaderlo dal far giustiziare qualcuno… uno degli Essosiani, gli ambasciatori, sai? Per essere precisi.” Il cavaliere getta un altro legno sul fuoco. “Non so cosa avesse fatto, le grida parlavano di bruttezza e rispetto. Le parole della regina Madre, invece, sono state inudibili fino alla fine, ma non ci son dubbi sul fatto che fosse in contrasto con lui. Alla fine la Regina ha urlato qualcosa come “tu non ricordi che sono tua madre e che voglio solo il meglio per te” e a quanto pare la risposta si è sentita per tutto il castello “tu non ricordi che io sono il re” Poco prima che la regina lasciasse le stanze come una furia. La ragazza mi ha detto che la voce del re è stata come un tuono…Mi ha giurato di aver visto una delle guardie tentennare..”
Scuote la testa, provato dal suo stesso racconto. “..Secondo me esitava per decidere se intervenire o fuggire, te lo dico io.”

“Che storia, c’è da preoccuparsi se è vero. Avevo sentito che fosse molto legato alla Regina Madre…”

“Non ho visto ambasciatori appesi per il collo… quindi direi che forse quel che dici non sia del tutto sbagliato. Resta il fatto che non so quanto durerà, quindi fidati di me Fabiar, stai alla larga da Approdo se puoi.”
L’altro lo guarda senza rispondergli, visibilmente preoccupato, e cala il silenzio tra i due.

La taverna “Il Gatto Grigio” si è quasi svuotata.

Una donna passa un panno lercio sui tavolacci, mentre un omaccione torna dietro il bancone dopo aver calciato fuori due ubriaconi. Ben lo zoppo si scola l'ultimo sorso, batte sul tavolo il boccale vuoto ed emette un sonoro rutto.
<Un'altra> Grida alzando il braccio e rivolgendosi nella generica direzione della donna, poi torna a parlare coi due uomini al suo tavolo, altrettanto brilli.

<Quel vecchio alla fine ha pagato fino all'ultima moneta e se n'è andato. Maledetto bastardo!>

<Ma se ha pagato quelle zucche quasi il doppio! Ti lamenti pure?>

<È successo davvero. Te lo giuro su questa birra>. Guarda il boccale vuoto con occhi arrossati. <Quando arriva la mia birra!?>

<Vattene a casa, Ben> Gli dice per tutta risposta il taverniere. <E’ tardi e tua moglie è a casa tutta sola. Magari passa qualcuno e se la porta via.>

<E cosa sta aspettando!> Gli risponde Ben, poi continua. <Penso che quell'uomo veniva da nord. Vicino Lungofiume>
<Hai sentito cosa è successo a Lungofiume?> lo interrompe John, che era stato zitto fino a quel momento.

<Hanno bruciato alcuni villaggi vicino alla fortezza e se ne sono andati belli tranquilli, come andando alla festa del raccolto>

<Ecco bravi, perché non fate come loro e ve ne andate?> Dice la donna, che porta via imbronciata i boccali dal tavolo.

<Un mercante che conosco mi ha raccontato che hanno bruciato tutto.> Incalza John <Magazzini, scorte di grano, baracche. Le botteghe sono state svuotate e molti uomini scannati come porci. Per i Sette, il mondo sta impazzendo e i Lord se ne fregano.>

Per un attimo cade il silenzio.

<Chi è stato?> Chiede Ben.

<E che ne so. Diceva che erano vestiti di rosso, nero e bianco>

<Se non volete la faccia a macchie rosse e nere a furia di cazzotti, andatevene> Dice il taverniere con un sorriso sghembo, torreggiando sul tavolo.

<Va bene. Va bene. Non c'è bisogno di incazzarsi, ce ne andiamo>
I tre uomini escono cantando e barcollando, le loro voci si perdono nella notte.

Come accade da un paio di giorni, il denso fumo sale in una scura colonna non troppo lontano dalle mura di Rocca Spezzata

inondando con l’odore acre di polveri e carne bruciata le strade della città.

Una fila di uomini si è formata nel corso della mattinata lungo la via principale di ingresso. Poco prima del portone, un drappello di uomini compone un posto di blocco: chiunque voglia entrare in città deve sottoporsi ai controlli di alcuni cerusici per verificare di non essere affetto dal morbo della “dama nera”, così da preservare la salute dei cittadini.
Un anziano uomo, accompagnato da due giovani, figli probabilmente, si avvicina alle guardie cittadine.

“Fermi!” Una guardia ferma la famiglia “Identificatevi. Quali affari vi portano in città e cosa trasportate?” Chiede imperioso un altro degli uomini in uniforme.

“Il mio nome è Therr, e questi sono i miei figli Larr e Rask. I muli trasportano pellame, abbiamo un accordo con Javer, il conciatore della Rocca.” Afferma il vecchio, indicando prima i ragazzi e poi gli animali mentre uno degli armati già procede, senza molte parole, alla perquisizione delle borse e della cassa sui muli.

Ad un cenno del soldato, l’uomo in capo procede. “Bene! Uno dei cerusici vi visiterà, seguitemi.”

I tre vengono quindi condotti in una delle due tende a bordo strada. I Loro muli vengono legati ad un palo ed il gruppo viene condotto all’interno.


Nel frattempo, una carrozza riccamente decorata viene fermata per un breve istante dalle guardie, per chiunque vi sia a bordo la fila evidentemente non vale; le poche parole scambiate non sono facilmente udibili da chi si trova in zona, ma si sente qualcuno sussurrare “Lady” poco prima che la carrozza riprenda il suo percorso, senza problemi o perquisizioni di alcun tipo.

“Tutto in ordine!” Afferma uno degli armati in direzione del comandante, il quale ricambia un cenno con la testa.

Nella tenda, la visita procede molto accurata, vista la lieve tosse del vecchio. “Perdonate una domanda buonuomo, signor cerusico, perchè tanto fumo? C’è stato un incendio nel bosco? Sa, vengo dalle campagne a sud.”

“Niente incendi. Era stato creato un villaggio per gli appestati, per allontanarli dalla città in attesa di novità. I nobili piromanti sono giunti da Cross River pochi giorni orsono ed hanno purificato l’intera zona con le loro fiamme verdi. E’ un ordine della Corona, ovviamente. Per questo non possiamo far entrare malati entro le mura.” Spiega caustico il cerusico.

“Bruciati? Tutti?!” Esclama uno dei ragazzi sgomento.

“Certo. Non c’era modo di salvarli. E la Corona sa cosa è meglio.” Conclude velocemente prima di richiamare una delle guardie. “Vostro padre non è ammalato, ma dovrete attendere un ora in quarantena per sicurezza. Al riguardo vi consiglio... prudenza.”
Afferma, senza spiegarsi realmente, rivolgendo poi un cenno al soldato.

“Perdonate i miei modi, ma avremmo affari da svolgere e vorremmo cercare di tornare a casa in serata… Se non sono malato non è che potremmo andare?” Osa l’uomo.

“Seguitemi senza storie se non volete che vi sia negato l’accesso in città. Vi consiglio di non farmelo ripetere ulteriormente.” E’ la risposta minacciosa del soldato, dopo aver posto una mano sull’elsa dell’arma. Risposta che, ovviamente, pone fine a qualsiasi altro tentativo di dialogo ancor prima che questo abbia luogo.

Per chiunque non abbia permessi eccezionali o un titolo, la procedura è la stessa.
Alcuni di loro, invece, vengono allontanati dal gruppo e condotti altrove.

Sul retro della bottega di un armaiolo a Lungofiume

la birra e le chiacchiere scorrono a fiumi, lontani dalle orecchie della donna di casa e dei bambini nella casa ai piani superiori.

M: “Ma signori, quella aveva delle tette! Ve lo giuro su tutti i raccolti dell’anno, potessero marcire, mai viste così grandi… nè mai sentite così morbide!” Afferma un giovane dai lunghi capelli scure, riproducendo con le mani la forma dell’oggetto del suo desiderio.

G: “Aspetta, Markol, ma quindi ci sei stato?” Replica l’altro giovane

M: “Non potevo non provare!”

A: “Parlate piano! Che se Bartaline ci sente mi becco un’altra mestolata in testa!” Richiama il padrone di casa.

M: “Quante ne hai prese da quando hanno aperto il bordello, eh Gulvar? So che quando ha aperto non c'è andato nessuno… adesso è sempre pieno… credo di essermi perso l’occasione per chiedere uno sconto.”

G: “Bah! Chi ha un po di soldi in questa città, lí c'è stato di sicuro… se non è diventato un cliente.”

C: “Ma voi l'avete vista quella con TRE tette?” Chiede il più anziano del gruppo. “La mia Vesma non ha da invidiare niente a nessuno chiariamoci… ma una così mai vista.”

G: “Che diamine stai dicendo Ceral?!”

C: “Non lo sapete? Prima che aprissero qualcuno dei dipendenti, come si chiamano loro, è andato in giro per la città… a mettersi in mostra. E una di loro era una donna bella come il sole e con tre tette! Tutte e tre vere e sode! Diceva che da loro, per gusti particolari, bastano i soldi.. ora io non so cosa siano questi “gusti”, ma-”

M: “Va bene, va bene… col cavolo che vinci vecchio. Quando ero lì, sono stato con una donna normale io, ma ho visto e sentito cose… in un corridoio rosso ho visto una donna con la pelle nera come la notte, doveva essere un nobile quello con lei. Ah! E prima di uscire un uomo ricoperto di disegni… mbah!”

G: “Se è per questo da un conoscente mi ha raccontato di aver visto una donna con un uomo nudo al guinzaglio… ma ve lo immaginate?” Racconta ridendo. “Chi pagherebbe per una cosa simile?”

A: “Qualcuno con troppi soldi. Io ho sentito che hanno anche donne da Lys.”

C: “Arnald, ma tu potessi non ce lo faresti un giro?”

G: “Vi dirò, un'occhiata la darei volentieri… AAH!

B: “Come prima cosa sei un totale idiota Gulvar, uomo dei miei stivali! Seconda cosa sei un poveraccio e neanche se vendessi l’anima ti farebbero entrare. Ma soprattutto, voialtri a casa, subito! O farò due chiacchiere con le vostre mogli… e madri.” 
Conclude lanciando un terribile sguardo a Makol, la signora della casa Bartaline, armata di un lungo quanto letale mestolo da cucina.

Giorno 15 del decimo mese dell’anno 203 AL.

“Tu c’eri?”

“Si, decisamente.”

“E allora racconta, forza!”

“Cosa vuoi che ti racconti? Son passate poche ore e tutti sanno già tutto.”

“Tu però l’hai visto davvero!”

“Da in mezzo alla folla… ho visto più il caos che ha generato che quel che è successo davvero.”

“Non ti pregherò, parla o troverò qualcun’altro.”

La voce degli avvenimenti che hanno avuto luogo al funerale del Lord Protettore hanno viaggiato veloci sulla bocca di chiunque.

“Beh.. prima il Console e poi la Lady Blackwood hanno parlato. Discorsi pomposi, tutto prevedibile… Tranne la pioggia. Costretto ad essere lì e pure beffato. Ero zuppo come un pulcino. Ad un certo punto, quando credevo che non potesse andare peggio il siniscalco si è preso una freccia al petto ed è andato giù come una pera matura!”

“E questo si sa, voglio il resto, dicono che qualcuno sia morto.”

“ Allora si è scatenato il panico. Le guardie impaurite hanno fatto sparire la Lady, ti garantisco, l’hanno fatta sparire immediatamente, mentre noi altri siamo stati circondati e messi in un angolo, neanche fossimo noi i criminali. E’ venuto fuori un esercito che mi chiedo dove nascondessero. Ah! E il Console e altre guardie sono partiti a corsa, ma non hanno fatto niente. Poi un uomo, dopo aver urlato qualcosa dalla finestra, si è buttato per schiantarsi sulle pietre a terra. Non era tanto lontano e ho provato ad avvicinarmi, ma le guardie mi hanno respinto come fossi un sacco di piume, quindi non so altro.”

“Secondo te cosa avevano contro il Siniscalco?”

“Che vuoi che ne sappia…. magari non gli piace come si veste!”

Un ciabattino di Approdo del Re, con il suo piccolo carretto

è in viaggio lungo la Strada dell’Oro per raggiungere Castel Granito. Ha appena superato Blackwater Rush quando nota in lontananza, di fronte a sè, del fumo e, poco dopo, si vede costretto a accostarsi al lato della strada per far passare delle guardie a cavallo. Una di loro, vedendolo far cenni al gruppo, si ferma per sentire cos’ha da dire.

L’esile uomo si allontana dal carretto e, molto umilmente, accenna un inchino alla guardia.  “Buonuomo, mi scusi.. c’è qualche problema? Cos’è quel fumo lungo la strada?”

“Non dovreste viaggiare da solo lungo la via, hanno assaltato una carovana questa mattina” Fa un cenno ai compagni, che si sono fermati poco avanti e lo stanno esortando a muoversi.

“Un.. assalto? Da parte di chi..? Banditi? La strada è pericolosa!?”
Si ritrae ed inizia a tremare, le scarpe appese alla cintura ciondolano da un lato all’altro.

“Beh, non saprei, siamo stati inviati a controllare, ma ormai è tutto finito, credo. Non è chiaro, c’è chi parla di banditi, chi invece riferisce di uomini provenienti dall’altopiano e chi dice che sia tutta colpa dell’ovest..”

“Ma.. Dici casa Lannister e casa Tyrell? In che senso? Perchè dovrebbe essere colpa di uno di loro? E poi qui, nei fiumi, cosa c’entrano?!”

“In quel caso saremmo alle solite, nulla di nuovo, quelli si fanno guerra da sempre..” Sbuffa, chinando la testa in cenno d’assenso ai compagni, ormai innervositi dall’attesa. 

“..Ma magari sono stati veramente i banditi, oppure il proprietario della carovana ha cercato di sabotarsi da solo per farsi pubblicità od incassare su un qualche tipo di qualcosa sulle merci se lavora per una compagnia, vedremo. Adesso devo lasciarvi, ci sono dei feriti laggiù e devo andare a fare il mio lavoro. Fate attenzione lungo la via, buona fortuna”
Dopodichè sprona il cavallo, senza dare il tempo all’uomo di ricambiare il saluto e raggiunge i compagni, dove uno di questi gli impreca contro, mentre gli altri ridono ed il gruppo, ricongiuntosi, riprende la via.

“Proprio oggi dovevo mettermi in viaggio? Lo sapevo che dovevo mandare quell’inetto di mio nipote! Ora mi manca solo di trovare qualche malintenzionato che mi tagli la gola per due spiccioli..”
Rabbrividisce, rendendosi conto di essere rimasto da solo nella zona “..Forse è meglio se mi metto in marcia alla svelta.”
Fa un lungo sospiro e riprende le redini del carretto.
“Guarda il lato positivo Percy, magari laggiù avranno bisogno di scarpe e stivaletti!”
Scuote la testa “..Sì, come no.”

Un nuovo editto viene promulgato il decimo giorno del decimo mese dell'anno 203A.L.

e diffuso per tutte le corti, castelli e persino taverne, così che tutti sappiano.

A partire dall’undicesimo mese dell’anno 203 AL saranno distribuite a tutti i membri del ceto nobiliare Patenti di nobiltà, documenti che attesteranno in modo assoluto il reale ruolo e titolo del possessore, così da garantirne la sicurezza e proteggerne gli interessi rendendo facilmente confutabile identità e titolo.
Coloro che dal momento del rilascio, che dovrà aver luogo entro e non oltre il termine dell’undicesimo mese, saranno trovati privi di tale documento saranno perseguibili penalmente. 

Lady Naerys Celtigar Blackwood, Signora di Raventree Hall.
Visto da Ser Christoff di Raventree Hall, Censore e Alto Magistrato della Corona per le Terre dei Fiumi.

La sala di una piccola taverna alla periferia della città ai piedi della fortezza di Castel Darry

è interamente occupata da uomini che,in un modo o nell’altro, mostrano acciacchi fisici.

“Signori…. mi sono decisamente rotto qualcosa questa volta.”

“Vediamo: il signorino Dusk ieri la gamba, tre giorni fa la mano, oggi... il sedere?”

“Sono serio, stavolta devono avermi rotto almeno tre dita!”

“Ma dai! Senti nessuno ti costringe, siamo tutti qui per scelta, vuoi imparare a difenderti? Smetti di lamentarti.” Gunter, figlio maggiore di un boscaiolo, destinato ad essere boscaiolo anch’egli... fino al momento della pubblicazione di un editto che prometteva allenamenti alle armi per la difesa personale per chiunque volesse ad opera del Signore della Guerra delle Terre dei Fiumi.

“In effetti fanno sembrare le cose più facili di quanto non siano, però quella clessidra per i tempi degli esercizi deve essere truccata.” Interviene qualcun’altro.

“Senti un po’ anche tu, per quanto dura sia, finalmente qualcuno si degna di permetterci di difenderci davvero! Lord Darry è sempre stato un uomo attento, ma i suoi soldati non possono essere ovunque e di malintenzionati questa terra è piena. Se posso difendere la mia famiglia sono disposto a rompermi anche tutte le dita, tanto qui hanno cerusici. ”

“In effetti… Poi Ser Wayn non è tanto male. Quella dimostrazione di combattimento con la spada che ha fatto con l’altro soldato... per la barba di una capra se se la cava! ” 

“Ha un palo su per il-”
“A te non va bene niente, lo sappiamo! E’ un brav’uomo.” Faner, proveniente da una famiglia di contadini, ha visto almeno due volte le sue scorte rovinate da briganti di passaggio. “E sa come farsi capire anche da una zucca come me, non credevo esistessero nobili così.”

“Sapete, ho sentito che non siamo gli unici.”

“Cioè?”

“Altri hanno risposto, sembra che anche a nord, alle Torri Gemelle, e forse non solo, si faccia la stessa cosa.” Marne, attendente di un pellaio, giovane, ma con abbastanza anni di vita da aver visto il suo villaggio distrutto durante la guerra. “E dobbiamo tutto a Lord Darry…”

=== Giorno 2 del decimo mese dell’anno 203 AL. ===  “A tutta la popolazione delle Terre dei Fiumi
Sua Maestà, Re Aerys Targaryen, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signore dei Sette Regni e Protettore del Reame, mi ha concesso l’onore di nominarmi Censore e Alto Magistrato Reale. 
Continuerò quindi la mia opera per assicurarmi che le Leggi del Re e del Protettorato vengano rispettate e i loro voleri eseguiti al meglio.
Sir Christof di Raventree Hall."


Per tutto il corso del nono mese, manifesti compaiono appesi in bella vista in diversi villaggi e città.

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La dama w.jpg La dama e.jpg La dama r.jpg

Nella piazza centrale di Violetwald, il panificio di Ghertal,

la moglie del mugnaio, diventa luogo di incontro per tutti gli abitanti del paese e delle campagne circostanti.

“Da bravi soldatini si sono accampati ai confini del mio campo, senza chiedere niente e soprattutto sui confini un corno! Quando mio figlio Bartel è andato a protestare uno dei soldati lo ha pure minacciato! Mi hanno distrutto almeno una decina di file di coltivazione!” Un uomo in età avanzata e con vesti logore si lamenta a gran voce con i compaesani. “E vi dirò, ho anche qualche dubbio che non si siano mangiati qualcosa a sbafo.”

“Io ve l’avevo detto che la morte del Protettore significava la fine della pace per noi e la guerra per loro.” Risponde un uomo con grandi mani callose, aggiustandosi il cappello tirato fin quasi sugli occhi.

“Prima della strana festa Violetwald era un posto normale, gli uomini dei Blackwood non ci hanno mai dato problemi.” Interviene la voce di Ghertal dalla finestra vicina. “Ma chi erano esattamente Nolan?”

“Ah! Gli Dei lo sanno. Erano guidati da un condottiero con lunghi capelli, ma non avevano i vessilli come facevano di solo le delegazioni che andavano dal Lord ed erano decisamente tanti. Si sono accampati alla sera e alla mattina sono saliti a Raventree Hall.”

“Se ci fossero stati disordini alla fortezza lo sapremmo, quei caproni di città sarebbero scappati come furie!” Conclude ridendo la donna.

“E invece proprio alla fortezza sono andati.” Vestita con abiti decisamente meglio mantenuti, una delle donne presenti in panetteria si aggiunge alla conversazione. “ A far cosa non è stato mio interesse e nemmeno di mia figlia che da brava ragazza se ne è allontanata, ma Vilyse era su in città e li ha visti, diretti al castello sono andati, come furie. Ma non hanno mai attraversato i cancelli. No, no! Se ne sono rimasti fuori le mura senza sferrare un colpo ne far niente. Credo che il censore abbia fatto un bel lavoro ricacciandoli.”

“Come dicevo… Lo sapete che non promette niente di buono questo vero? Che se erano tanti come dice arriverà sicuramente presto la guerra! Anche se ancora non hanno fatto niente.”

Nelle bacheche delle taverne dei Fiumi compaiono di tanto in tanto, lungo le vie principali, messaggi appesi.

"Ogni credente nei sette, che voglia vivere nel più sacro dei luoghi e ivi lavorare, è invitato a venire a Stoney Sept."

...

F: “Argor, cosa dice il nuovo manifesto?” 

A: “Che è il momento che tu impari a leggere, Fadyo, se ti interessano… Il nuovo Lord di Stoney Sept invita chi vuole ad andare a vivere in quelle terre.”

F: “Leggere non mi aiuta a zappare i campi. Ma secondo te qualcuno vorrebbe andare a viverci per scelta?” 

A: “Secondo lui pare di sì.”

F: “Bah! Io dubito che esista qualcuno folle abbastanza. Prima gli eretici, poi i piromanti… In quel posto di sacro c’è rimasto ben poco. Per altro dai campi bruciati cosa vuoi che cresca? Dovremmo andare là a fare cosa?.”

I: “La sorella di mia moglie vive lì...”

A: “Ma veramente Irnon?”

I: “Viveva fuori città, quindi non ha visto niente di tutto quel che è successo per fortuna. Dopo i disastri però ha dovuto avvicinarsi per campare. Dice il Lord non sia male, un fedele vero… Speriamo sia vero e che i Sette abbiano di nuovo in gloria quel posto.”

F: “Come dicevo, in quelle terre al massimo sopravvivi a stento, meglio starne alla larga, per il momento”

A: “In effetti... solo un disperato ci andrebbe adesso.”

La “Gatta col boccale”, taverna alle porte di Volo del Falco,

vanta tra i suoi più assidui clienti mercanti itineranti, uomini di estrazione sociale e mente semplici, che ben gradiscono, assieme alla birra, direttive su strade sicure, lontane da banditi e che li colleghino ai più floridi mercati.
“Maledetti rompiscatole! Casse di metallo poco arrugginite con troppe chiacchiere… Che i Sette li portino!” 

“Di nuovo Douglas?”

“Di nuovo? E’ la terza volta questa settimana. Sono soltanto delle zecche!” 

“Di nuovo… cosa?”
Chiede, alzando la testa, un uomo seduto vicino al bancone dell’oste, con una casacca decisamente troppo piccola per lui..

“Di nuovo sono stato fermato e perquisito fino all’osso, come se fossi un contrabbandiere qualsiasi, al pari di un criminale!”
Risponde il primo uomo, lanciando su una panca una pesante cinta, prima di accomodarsi ad un tavolo con altri uomini.

“E’ un mal comune Douglas. Giusto ieri mi hanno ritardato una consegna e fatto perdere almeno 10 cervi!”

“Ma mi spiegate cosa sta succedendo, insomma?” 
Dal bancone, l’uomo raggiunge la comitiva.

“Dove sei stato nelle ultime due settimane tu?” 

“A casa! Dove dovevo essere, ho la prossima consegna non prima di altri due giorni.”
Finalmente l’oste porta sul tavolo sei boccali ricolmi di birra schiumosa.

“In tutte le strade che portano qui in città, o fuori, sono disseminati posti di blocco, a circa tre ore di cammino. Sono gli uomini del defunto Protettore, quelli di casa Blackwood, che si son messi in gruppi a sorvegliare le strade. Hanno anche armature e vessilli ed ovviamente sono armati di tutto punto.” 
Spiega uno dei presenti con tono particolarmente scocciato.

“Ecco infatti!” 
Interviene il mercante di nome Douglas. 
“Tutte le volte la stessa storia, passi chissà quanto tempo ad aspettare e poi quando è il tuo turno ti scoperchiano il carro, aprono le casse o i barili, ti perquisiscono… li ho visti perquisire anche la moglie di un carrettiere!”

“Io li ho visti requisire un barile di vino che dicevano corrotto… Certo, come no! Volevano berselo, altro che! Dovevi vedere come se la ridevano.” Si intromette un altro.

“E tutto questo dicono di farlo per la nostra sicurezza, come se Lord Ashford non fosse in grado di tener sicure le sue terre… Non è di certo tutto rose e fiori, i problemi ci son sempre, ma ultimamente non andava tanto male. Vorrei proprio vederli i pericoli da cui ci proteggono, ma quali briganti? Non hanno altro da fare e se la prendono con noi!”

Il secondo cala il suo boccale e si pulisce i baffi, ancora sporchi di schiuma e sbuffa. “E cosa volete farci? Volete un consiglio? Tenete la testa bassa ed evitate i problemi.. altrimenti ci saranno ritorsioni per tutti noi, altro che barili di vino e cervi...”

Giorno 17 dell’ottavo mese dell’anno 203 a.l.

“Dati i recenti avvenimenti inerenti le truppe del compianto e defunto Lord Protettore, nell’interesse della sicurezza personale, Lady Enola Blackwood è stata prelevata dai suoi alloggi presso Raventree Hall e condotta a Delta delle Acque, sotto la protezione dell’esercito Arryn e del suo promesso sposo, il giovane Lord Byron Arryn.
La situazione sarà quanto prima ratificata e risolta, si raccomanda la calma nella popolazione.

Sir Alard Ruthermont, tutore di Lord Byron Arryn, Signore di Delta delle Acque.”

“Cani maledetti… Sono dei bastardi figli del fango degli scarichi. Che i Sette li portino agli Inferi!”

“Abbassa la voce prima che qualcuno capisca di chi parli.”

“Ho corso per parlare, perchè si sapesse! Non per rintanarmi e nascondermi. Se temessi che il mio nome sia fatto in giro non direi una parola. Che vengano, e allora tutti sapranno che quel che dico è il vero!”

Un ragazzo di forse una ventina di anni, abiti leggeri, non adatti al viaggio che ha appena portato a termine, parla agitato con alcuni uomini in una casa alla periferia di una grande città.

“Sono venuto da Dorne, lá sí che mi hanno dato ascolto. Questo avvenimento non sarà dimenticato! E non deve restare sconosciuto a nessuno, tutti Regni devono sapere.”

Un uomo di forse una sessantina di anni, la pelle rugosa e la schiena curva sotto il peso degli anni siede a capotavola. 
“Lui è Sabert, viene da Sud.” Spiega uno dei presenti. “Ha qualcosa da raccontare… una voce interessante.”
Lo sguardo del vecchio si posa sul giovane, che però non si lascia mettere in soggezione.
“Ecco, stanno succedendo... Signori, dovete sapere. Vivevo e lavoravo a Dustmaw, la biblioteca a sud di Grazia degli Dei, è… era una delle più famose di Dorne, come spero almeno alcuni di voi sappiano. Abbiamo udito come tutti l’editto riguardante i libri inseriti tra i proibiti, peró... i Maestri conoscono l’importanza della conoscenza, è la loro vita, hanno sempre rispettato le leggi del Re, ma non era giusto per loro far sparire quella che è di fatto, per quanto possa non piacerci, la nostra storia, non deve essere dimenticata. La maggior parte dei documenti e testi riportanti i nomi di Manwoody e chi con lui sono stati messi da parte, lontani dagli occhi dei visitatori e di chiunque altro, in attesa del futuro. Io non ero d’accordo, in fondo era un ordine della Corona… credevo loro sapessero il meglio, ma  Poco meno di un mese fa, poi, due piromanti accompagnati da alcuni soldati recanti le insegne della corona si sono presentati alle porte della biblioteca. Maestro Giordan ha ordinato a tutti di andarsene o nascondersi nei locali degli alloggi, ma molti sono rimasti nell’edificio, e da solo li ha accolto chiedendo loro di andarsene, che nessun documento da loro ricercato era più sugli scaffali della biblioteca da un po. Io… sono uscito di soppiatto, non ricordo neanche il perché, volevo andarmene e non essere incolpato di niente… ho avuto paura, ma non sono riuscito ad allontanarmi troppo, per cui ho visto tutto.
Gli hanno intimato di aprire le porte e lasciarli entrare a perquisire, ha cercato di dissuaderli… All’ultimatum dei piromanti si è rifiutato e si è chiuso dentro. Ho visto i soldati tentare di sfondare i portoni, ma erano porte massicce e antiche e per quanto in legno hanno resistito ai loro colpi. Poi sono passati alle minacce fisiche. Maestro Giordan infine... ha utilizzato parole infelici. Ha affermato gridando da una delle terrazze che l’unico modo per entrare e dare alle fiamme i testi, fintanto che lui e gli altri fossero rimasti in vita, sarebbe stato dare alle fiamme l’intero edificio… con loro dentro. Credo volesse essere una dimostrazione di determinazione.  Loro… lo hanno fatto. Hanno lanciato quelle loro boccette infernali! La legna è esplosa in fiamme verdi e luminose con uno schianto che non riesco a paragonare a niente. Sono cresciute divorando tutto, hanno distrutto in parte anche la pietra! E hanno bruciato vivi i Maestri al suo interno… neanche le grida ho udito.” La voce, seppur ferma per tutto il racconto, tradisce esitazione nell’attimo di respiro che il ragazzo si concede. “E non è tutto. Farien era un orfano, accolto come sguattero. In qualche modo è riuscito a sfuggire a tutto questo e a portare con sé un tomo. Decisamente troppo grande per lui. Ho visto che andava in contro ad una delle guardie, ma non ho potuto fare niente. Lo hanno preso. La guardia ha consegnato il libro ad uno dei piromanti… proprio un testo sulle guerre nei Fiumi… di tutto quello che poteva portare con sé, proprio quello… Loro… Lo hanno costretto a bere…un sorso e...” Porta la testa tra le mani. “Vi chiedo scusa. Il rammarico e la vergogna che provo… l’impotenza e l’inutilità… non potrò fare mai niente per rimediare, ma è giusto che si sappia! Potranno aver infranto la legge, essersi opposti persino apertamente alla legge… ma quel che ho visto… potrebbe succedere a chiunque! Anche per molto meno, sono sicuro! Per ordine del Re agiscono in modo spietato, uccidendo perché è la via più facile… Li ho visti gioire della loro opera… Non è possibile che un sovrano permetta tutto questo. Per questo tutti devono sapere.” I pugni stretti sul tavolo. “Io sono stato un codardo, non merito la vita che ho ottenuto… ma se c'è qualcosa che posso fare è questo.”

Nella stanza il silenzio prosegue come per tutto il tempo in cui il giovane ha parlato.

“D’accordo ragazzo. Per quel che mi riguarda, quel che è successo starà sulla bocca di tutti quanto prima.” Afferma il vecchio prima di alzarsi instabile sulle gambe e lasciare l’abitazione.

Altre voci.

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